Ultimo aggiornamento 07/11/2020 12:00
Dic 07, 2014 Cardiotool Fibrillazione Atriale (PZ), Per i pazienti 0
Normalmente il cuore batte con regolarità. La centrale che regola i battiti del cuore è situata in una cavità denominata atrio (da qui, poi, la denominazione “atriale” della fibrillazione). Questa centrale attiva ritmicamente la contrazione in sequenza degli atri e dei ventricoli (i ventricoli sono la vera “pompa” premente). Quando la centrale di controllo atriale “impazzisce” il cuore cessa di contrarsi regolarmente e batte in modo totalmente aritmico, cioè in modo caotico. Questa aritmia si chiama fibrillazione atriale.
La fibrillazione atriale non è rara, soprattutto dai 60-65 anni in poi. Nei soggetti molto anziani può interessare anche una persona su dieci.
Pur battendo in modo totalmente disordinato a causa della fibrillazione, il cuore può contrarsi solo poche volte in un minuto o, al contrario, moltissime volte. In generale il disturbo è maggiore se il numero dei battiti è molto basso oppure molto alto. In questi casi si può avvertire affaticamento, mancanza di respiro durante gli sforzi e, in casi eccezionali, è possibile perdere conoscenza. Vi sono persone che non hanno questi disturbi, ma avvertono solo un senso di palpitazione (palpitazione= avvertire in modo fastidioso il battito del cuore). Se i battiti cardiaci non sono troppo lenti o troppo veloci è possibile che non si avverta alcun fastidio. In questi casi il medico o lo stesso paziente possono rendersi conto della fibrillazione atriale solo per caso, avvertendo l’irregolarità dei battiti al polso.
La fibrillazione atriale può comparire sia in un cuore già ammalato che in un cuore sano. In generale i disturbi saranno tanto maggiori quanto più grave sarà la malattia di base.
A volte la fibrillazione atriale scompare senza alcuna terapia, ma, nonostante ciò, attendere senza far nulla non è considerata una buona scelta, perché intervenire in ritardo può esporre a rischi e rendere più difficili le cure (vedi dopo).
La fibrillazione striale può provocare due tipi di problemi: a) ridurre le capacità del cuore di pompare il sangue e b) favorire le embolie cerebrali, cioè il rischio di paralisi (e anche di morte).
Come già accennato nel paragrafo precedente, se il cuore è già ammalato le conseguenze della fibrillazione atriale sono più rilevanti. In questi casi è possibile che la capacità di pompare il sangue vengano gravemente compromesse e che compaia una grave affaticabilità o la mancanza di respiro.
Molti studi hanno dimostrato come la fibrillazione atriale comporti un rischio maggiore di embolia cerebrale (si parla di embolia cerebrale quando un piccolo “grumo” di sangue coagulato blocca un’ arteria nel cervello, causando quindi un danno alle cellule cerebrali).
Il rischio non è però uguale in tutti i casi, ma dipende dalle malattie eventualmente già presenti; per questo motivo la fibrillazione atriale può essere poco pericolosa per un paziente, ma pericolosissima per un altro. Il vostro medico è in grado di calcolare il vostro rischio personale.
Come si è detto prima, in caso di fibrillazione atriale il cuore batte in modo caotico. Il tentativo di ripristinare il ritmo regolare ( eliminando la fibrillazione atriale) è denominato “cardioversione”. A meno di casi particolare (es pazienti anziani con un battito cardiaco ben controllato spontaneamente o con farmaci), la cardioversione dovrebbe essere tentata sempre, questo perché avere un cuore che si contrae con regolarità rappresenta un importante vantaggio. Il tentativo di eliminare la fibrillazione atriale può essere effettuato con farmaci (generalmente per flebo) o elettricamente; in quest’ultimo caso è solitamente necessaria una brevissima anestesia. Sono disponibili anche altre tecniche, più sofisticate. Nel caso vi vengano proposte dovrete chiedere le spiegazioni necessarie direttamente al medico che le propone. La cardioversione viene effettuata di regola in ospedale, spesso senza necessità di ricovero.
E’ possibile che il medico vi proponga la terapia con anticoagulanti orali (farmaci che ostacolano la coagulazione del sangue). Lo scopo è quello di rendere più difficile la formazione di “grumi” di sangue coagulato e quindi di rendere meno probabile un’embolia cerebrale. Questa terapia è consigliata sempre per alcune settimane sia prima che dopo la cardioversione (eccezione: se la fibrillazione atriale è comparsa sicuramente da meno di 2-3 giorni gli anticoagulanti non sono necessari). Quando non è possibile eliminare la fibrillazione atriale gli anticoagulanti risultano utili soprattutto nei pazienti con alto rischio di embolie per ridurre la probabilità di paralisi e morte. Se il rischio è invece molto basso l’uso di questi farmaci non è giustificato. Vostro medico vi dirà se gli anticoagulanti sono utili nel vostro caso.
Non sempre è possibile eliminare in modo permanente la fibrillazione atriale. In questi casi possono comunque essere utili alcuni farmaci. Per ridurre il rischio di embolie si utilizzano gli anticoagulanti orali (vedi paragrafo precedente). Se la fibrillazione atriale persiste( o se vi è il rischio di recidive),questi farmaci vengono solitamente assunti per tutta la vita.
Per evitare che il cuore batta troppo velocemente si possono usare farmaci quali digitale, calcio antagonisti, beta bloccanti. La scelta del tipo di farmaco dipende dalla valutazione che il medico effettua caso per caso. Anche in questo caso, solitamente, la cura dura tutta la vita.
*NOTA BENE: in questi casi è sempre meglio risparmiare tempo e chiamare il 118
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