Ultimo aggiornamento 07/11/2020 12:00
Gen 22, 2015 Cardiotool Questioni Pratiche, Questioni Pratiche - Fibrillazione Atriale, Questioni pratiche aritmie 0
Nel paziente con fibrillazione atriale e frequenza ventricolare elevata, la riduzione della frequenza cardiaca é spesso sufficiente a migliorare i sintomi. Diverse classi di farmaci possono essere adoperate a questo scopo ma le recenti linee guida europee raccomandano i beta-bloccanti come terapia di prima scelta nel trattamento a lungo termine. Questi farmaci, infatti, hanno una azione più rapida rispetto alla digossina, sono generalmente ben tollerati e possono essere utilizzati sia nei pazienti con frazione di eiezione normale che nei pazienti con frazione di eiezione ridotta.
I calcio-antagonisti non diidro-piridinici (verapamil e diltiazem) dovrebbero essere evitati nei pazienti con frazione di eiezione ridotta per il loro effetto inotropo negativo. La diossina è oggi molto meno usata ma può essere utilizzata da sola o in associazione i beta-bloccanti. L’amiodarone é considerato farmaco di seconda scelta a causa dei suoi numerosi effetti avversi extracardiaci e riservato ai casi che non rispondono ad una terapia di associazione (beta-bloccante più digossina o verapamil/diltiazem più digossina).
Tutti i farmaci utilizzati per il controllo della frequenza possono vere effetti collaterali e devono essere utilizzati iniziando con basse dosi e poi aumentando progressivamente il dosaggio fino ad ottenere una riduzione significativa della frequenza e un miglioramento dei sintomi. Per raggiungere una frequenza ventricolare inferiore a 110 b/m é spesso necessaria una terapia di associazione.
Nella tabella sottostante sono elencati i farmaci più utilizzati e le relative posologie.
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