Ultimo aggiornamento 07/11/2020 12:00
Gen 14, 2015 Cardiotool Questioni Pratiche, Questioni Pratiche - Ictus-TIA 2
TIA: attacco ischemico transitorio
L’OMS definisce TIA come ”improvvisa comparsa di segni e/o sintomi riferibili a deficit focale cerebrale o visivo attribuibile ad insufficiente apporto di sangue, di durata inferiore alle 24 ore”.
Sono, quindi, elementi caratterizzanti:
In realtà la maggior parte dei TIA dura molto meno di 24 ore (il limite è puramente arbitrario). Inoltre, le metodiche di imaging documentano che, soprattutto nei TIA di maggiore durata, è possibile che si determini un danno tissutale. Per questo, sulla base delle evidenze fornite dalle moderne tecniche di neuroimmagini è stata proposta una nuova definizione di TIA (Stroke 2009): “Episodio di disfunzione neurologica causato da ischemia focale dell’encefalo, midollo spinale o della retina senza infarto acuto”, che si fonda sulla assenza di danni tessutali dimostrabili.
La presenza di sintomi neurologici focali è essenziale. In assenza si essi la presenza di sintomi neurologici di carattere generalizzato, anche severi, non autorizzano a porre la diagnosi di TIA:
La diagnosi di TIA è una diagnosi clinica. Tuttavia il ricorso a una tecnica diagnostica di imaging (TAC o RMN) è sempre necessario per escludere altre patologie intracraniche che possono mimarne la sintomatologia. Il TIA è una condizione ad elevato rischio di ictus maggiore, soprattutto nelle 48 ore successive.
TIA in crescendo
Si definisce “TIA in crescendo” una condizione caratterizzata da due o più episodi in 24 ore o tre o più in 72 ore con la completa remissione dei sintomi tra un episodio e l’altro. E’ considerata una condizione di alto rischio nei confronti dell’Ictus.
“Improvvisa comparsa di segni e/o sintomi riferibili a deficit focale e/o globale (coma) delle funzioni cerebrali, di durata superiore alle 24 ore o ad esito infausto, non attribuibile ad altra causa apparente se non a vasculopatia cerebrale”.
La distinzione fra TIA e ictus non corrisponde a differenze ezio-patogenetiche ad eccezione del fatto che il TIA è quasi sempre ischemico. Tuttavia la distinzione tra Ictus e TIA è importante dal punto di vista clinico per i problemi di diagnosi differenziale che il TIA presenta. Infatti, poiché la maggior parte dei TIA dura meno di un’ora, spesso la diagnosi è solo anamnestica, al contrario dell’ictus dove nella maggior parte dei casi è disponibile anche il rilievo obiettivo.
In funzione del meccanismo patogenetico, l’ictus può essere descritto come:
Improvvise cadute a terra non accompagnate da altri disturbi come perdita o sospensione di coscienza. Spesso attribuiti a ischemia transitoria nel distretto vertebro-basilare, in realtà possono essere dovuti a molteplici cause, non necessariamente neurologiche, e per questo non possono essere considerati come attacchi ischemici transitori (TIA).
Disfunzioni cerebrali focali | emicraniaepilessia |
Lesioni cerebrali strutturali | tumoriematoma sottodurale cronicomalformazione vascolare |
Altre cause non vascolari | ipoglicemiamalattia di Ménièresclerosi multipla
isteria |
Nei pazienti con sintomi transitori monooculari | arterite a cellule gigantiipertensione malignaglaucoma
papilledema altre patologie orbitarie e retiniche non vascolari |
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