Ultimo aggiornamento 07/11/2020 12:00
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Persistenza, ricorrenza, recidive
Persistenza o ricorrenza della febbre durante la terapia: cosa fare?
Uno dei problemi più frequente durante il ciclo di terapia dell’Endocardite infettiva è la persistenza o la ricorrenza della febbre dopo un periodo di apiressia. Se il microorganismo isolato in coltura è sensibile all’antibiotico somministrato e se vengono somministrate dosi adeguate di antibiotici, raramente la causa del fenomeno è dovuta ad un insuccesso terapeutico.
Possibili cause di febbre persistente o ricorrente:
- microrganismi resistenti alla terapia antibiotica
- flebite da catetere andovenoso
- ascessi metastatici (soprattutto nelle infezioni stafilococciche)
- embolie ricorrenti provenienti dal processo infettivo endocardico o da una trombosi venosa profonda
- infezioni sovrapposte
- febbre da farmaci (causa più comune)
Cosa fare?
- Rivalutazione dei sintomi e dei segni obiettivi, eventuale esecuzione di esami diagnostici atti a ricercare le possibili cause di febbre sopra citate
- Considerare che possa trattarsi di una febbre da farmaco di solito associata ad altri segni come l’eruzione cutanea e l’ipereosinofilia.
Recidive e reinfezioni: quando sospettarle?
Recidiva di malattia: nuovo episodio di Endocardite infettiva sostenuto dallo stesso microrganismo entro 6 mesi dalla guarigione.
Reinfezione: nuovo episodio di Endocardite infettiva sostenuta da un patogeno diverso oltre i 6 mesi dalla guarigione.
Cause più comuni di recidiva o di reinfezione:
- inadeguatezza della terapia antibiotica
- scelta subottimale dell’antibiotico
- inadeguata durata della terapia
- infezione sostenuta da microrganismi resistenti
- Brucella
- Legionella
- Chlamydia
- Mycoplasma
- Forme polimicrobiche (in tossicodipendenti)
- Estensione perivalvolare
- Infezioni a carico di valvole protesiche
- Terapia antimicrobica “empirica” per endocarditi ad emocolture negative.
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