Ultimo aggiornamento 07/11/2020 12:00
Gen 11, 2015 Cardiotool Farmaci, Farmaci Ipertensione, Questioni Pratiche ipertensione 1
Pazienti con Ipertensione Arteriosa di grado I e basso rischio cardiovascolare: i dati sono insufficienti per avere forti raccomandazioni in merito al trattamento farmacologico in questo tipo di pazienti.
Pazienti con Ipertensione Arteriosa di grado I: la terapia potrebbe essere raccomandata quando valori elevati di pressione arteriosa si rilevano in controlli ripetuti e sono confermati con l’ABPM o l’HBPM.
Pazienti con Ipertensione Arteriosa di grado II e III: l’uso dei farmaci deve essere iniziato immediatamente a prescindere del livello di Rischio Cardiovascolare Globale, idealmente alcune settimane dopo l’inizio di una concomitante modificazione dello stile di vita.
Pazienti con età tra i 65 e gli 80 anni: il trattamento farmacologico è raccomandato per valori di Pressione Arteriosa Sistolica (PAS) compresa tra 140 e 159 mmHg purché sia ben tollerato.
Pazienti anziani: il trattamento farmacologico è raccomandato per valori di PAS> 160 mmHg purché sia ben tollerato.
Prima di iniziare un trattamento farmacologico è importante:
(Linee guida ESH/ESC 2013)
Modifiche dello stile di vita nel trattamento dell’ Ipertensione Arteriosa: | ||
Riduzione del peso corporeo | Raggiungere e mantenere un BMI< 25 kg/m2 | Riduzione di 5-10 mmHg/10 Kg |
Riduzione del consumo di sale | < 6 g NaCl/die | Riduzione di 2-8 mmHg |
Dieta | Aumentare il consumo di frutta e verdura, ridurre i grassi saturi e totali, assumere alimenti a basso contenuto di grassi | Riduzione 8-14 mmHg |
Riduzione del consumo di alcool | Ridurre l’ assunzione di bevande alcoliche a meno di 2 bicchieri al dì per gli uomini e a meno di 1 bicchiere al dì per le donne di vino. Eliminare totalmente l’ uso dei superalcolici | Riduzione di 2-4 mmHg |
Esercizio fisico | Attività aerobica regolare di media entità, per esempio una passeggiata, ciclismo jogging, nuoto per almeno 30 min al dì per 5-7 giorni alla settimana | Riduzione di 4-9 mmHg |
Cessazione del fumo |
“Le linee guida analizzando numerosi trials randomizzati che hanno confrontato tra loro le diverse classi farmacologiche, hanno concluso che i principali benefici dati dalla terapia dipendevano dalla riduzione dei valori pressori indipendentemente dal tipo di farmaco utilizzato.” Giuliana Giambuzzi
Le Linee Guida ESH 2013 nella scelta terapeutica includono 5 classi di farmaci:
Altri farmaci:
Gli alfa-bloccanti non sono farmaci di prima scelta nell’ Ipertensione Essenziale.
Indicazioni:
Antialdosteronici indicazioni:
La scelta nell’ambito delle diverse classi di farmaci può essere fatta tenendo conto di eventuali particolari condizioni cliniche (LG ESH 2013).
Classi di farmaci | Esempi | Dose (Somm./die) |
Altre indicazioni | Controindicazioni relative | Controindicazioni assolute |
Diuretici Tiazidici |
Idroclorotiazide Clortalidone |
6,25-50 mg (1-2)25-50 mg (1) | Diabete, dislipidemia, iperuricemia, ipokaliemia, ipercalcemia. | Gotta | |
Diuretici dell’ ansa |
Furosemide Acido etacrinico |
40-80 mg (2-3) 50-100 mg (2-3) |
Insuff. Cardiaca congestizia dovuta a disfunzione sistolica, insuff. renale |
Diabete, dislipidemia, iperuricemia, ipokaliemia, ipercalcemia. | Gotta |
Antagonisti dell’ aldosterone |
Spironolattone Eplerenone |
25-100 mg (1-2) 50-100 mg (1-2) |
Insuff. Cardiaca congestizia dovuta a disfunzione sistolica, aldosteronismo primario |
Insuff. Renale acuta o severa (eGRF< 30 ml/mim), iperkaliemia |
|
Diuretici risparmiatori di potassio |
Amiloride Triamterene |
5-10 mg (1-2) 50-100 mg (1-2) |
Insuff. Renale, iperkaliemia | ||
Beta- bloccanti Cardioselettivi |
Atenololo Metoprololo Nebivololo |
25-100 mg (1) 25- 100 mg (1-2) 5 mg (1) |
Angina, insuff.cardiaca congestizia dovuta a disfunzione sistolica, post ostruttiva. Scompenso cardiaco. |
BPCO (tranne beta-bloccanti con effetto vasodilatatore es. nebivololo), sindrome metabolica, ridotta tolleranza al glucosio, atleti e pazienti fisicamente attivi. |
Asma bronchiale, blocco cardiaco di 2° o 3° grado, sindrome del nodo del seno |
Non- selettivi | Propanololo Propanololo LA |
40-160 mg (2) 60- 180 mg (1) |
IMA, tachicardia sinusale,tachiaritmie ventricolari. | ||
Combinati alfa/beta | Labetalolo Carvedilolo |
200-800 mg (2) 12,5-50 mg (2) |
Post-IM, insufficienza cardiaca congestizia | ||
Alfa- antagonisti Selettivi Non-selettivi |
Prazosina Doxazosina Terazosina Fenossibenzamina |
2-20 mg (2-3) 1-16 mg (1) 1-10 mg (1-2) 20-120 mg (2-3) |
Ipertrofia prostatica benigna Feocromocitoma |
||
Simpaticolitici ad azione centrale |
Clonidina Clonidina cerotto Metildopa Reserpina Guanfacina |
0,1- 0,6 mg (2) 0,1- 0,3 mg (1/sett) 250-1000 mg (2) 0,05- 0,25 mg(1) 0,5-2 mg (1) |
|||
ACE-inibitori | Captopril Lisinopril Ramipril Zofenopril |
25-200 mg (2) 10-40 mg (1) 2,5-20 mg (1-2) 30-60 mg (1) |
Post-IMA, sindromi coronariche acute, insufficienza cardiaca congestizia con bassi valori di frazione di eiezione, nefropatiaPost-IMA | Donne in età fertile (possibile gravidanza) | Gravidanza,edema angioneurotico, Iperpotassiemia,Stenosi bilaterale dell’ arteria renale |
Antagonisti dell’ Angiotensina II | Losartan Valsartan Candesartan |
25-100 mg (1-2) 80-320 mg (1) 2-32 mg (1-2) |
Insufficienza cardiaca congestizia, nefropatia diabetica, tosse da ACE-inibitori | Donne in età fertile (possibile gravidanza) | Gravidanza, Iperpotassiemia, Stenosi bilaterale dell’ arteria renale, insufficienza renale |
Inibitori della renina | Aliskiren | 150-300 mg (1) | Nefropatia diabetica | Gravidanza | |
Calcio-antagonisti Diidropiridinici Non-diidropiridinici |
Nifedipina (a lunga durata) Verapamil (a lunga durata) Diltiazem (a lunga durata) |
30-60 mg (1) 120-360 mg (1-2) 180-420 (1) |
AnginaPost-IMA, tachicardia sopraventricolare, angina | Blocco A-V di grado II o III, blocco trifascicolare, grave disfunzione del ventricolo sinistro, Scompenso cardiaco |
|
Vasodilatatori diretti | IdralazinaMinoxidil | 25-100 mg (2) 2,5-80 mg (1-2) |
Coronaropatia arteriosa grave |
Considera queste 3 caratteristiche dei farmaci antipertensivi prima di iniziare la terapia:
Nella pratica clinica è molto frequente osservare modificazioni dei dosaggi dei farmaci nella convinzione di poter modulare l’efficacia antipertensiva.
In realtà, l’aumento della dose è possibile solo se il farmaco in oggetto ha una curva dose risposta in termini di efficacia e cioè che all’ aumento della dose corrisponde un parallelo aumento dell’effetto ipotensivo.
I farmaci che hanno una curva dose-risposta i termini di efficacia sono:
E’ estremamente razionale cominciare con dosi basse la somministrazione di questi farmaci che hanno una chiara curva dose‐risposta in termini di efficacia antipertensiva.
L’aumento della dose non è possibile per i farmaci che presentano una curva dose-riposta piatta e cioè un aumento del dosaggio si traduce in un aumento nella durata d’azione, mentre l’efficacia ipotensiva rimane la stessa.
I farmaci che presentano una curva dose-risposta piatta sono:
Ace-inibitori e Sartani
“L’ entità assoluta della riduzione della Pressione Arteriosa indotta da una bassa dose di ACE-inibitore è simile a quella di una dose alta dello stesso farmaco, la differenza sta nella DURATA D’AZIONE” (es: se somministriamo ad un paziente iperteso Enalapril 5 mg, l’ effetto ipotensivo che si osserva dopo 3 ore dall’ assunzione ( tempo di picco) è lo stesso che si osserva dopo 3 ore dall’ assunzione di Enalapril 20 mg.)
NON HA SENSO UTILIZZARE NEL PAZIENTE IPERTESO BASSI DOSAGGI DI ACE-INIBITORI O DI SARTANI
Non esiste la combinazione fissa di Losartan 100 mg con l’ idroclorotiazide 12,5 mg (dosaggio di diuretico particolarmente apprezzato nella pratica clinica quotidiana), ma solo con la posologia 25 mg che spesso può determinare una eccessiva riduzione della Pressione Arteriosa.
Ma perché esistono in commercio formulazioni di ACE-INIBITORI a basso dosaggio?
E’ importante considerare che, a parità di efficacia antipertensiva, esistono sostanziali differenze in termini di tollerabilità. Studi clinici hanno dimostrato, infatti, un migliore profilo di tollerabilità da parte dei farmaci che antagonizzano il sistema renina-angiotensina, rispetto ai calcio-antagonisti, i diuretici e i beta- bloccanti.
Al fine di valutare la copertura dell’ intervallo tra una somministrazione e la successiva del farmaco è opportuno implementare l’uso dell’auto-misurazione domiciliare della pressione arteriosa e del monitoraggio delle 24 ore.
Indipendentemente dalla classe di farmaci utilizzata, è consigliabile scegliere molecole a lunga durata d’azione che garantiscono il controllo pressorio nell’arco delle 24 ore, da utilizzare a dosaggio intermedio, da titolare dopo 4-6 settimane se ben tollerate.
Ipertensione Arteriosa I e II GRADO con Rischio Cardiovascolare BASSO-MODERATO:
Ipertensione Arteriosa II e III GRADO con Rischio Cardio-Vascolare ELEVATO:
La monoterapia è in grado di determinare una normalizzazione dei valori pressori in circa il 20-30% dei pazienti ipertesi.
Circa il 70-80% dei pazienti ipertesi richiede una terapia con almeno due classi di farmaci per ottenere un miglioramento dei valori pressori.
Nel seguente grafico, tratto dalle LG ESH 2013 :
Il 20-30% dei pazienti non raggiungono il controllo pressorio con la terapia combinata di due classi di farmaci.
E’ possibile utilizzare tre classi di farmaci:
In caso di mancato raggiungimento del target pressorio:
Combinazioni utili | Potenziali benefici |
ACE-inibitore (o Sartano) + Ca-antagonista | Utile nel DM o dislipidemie |
Beta-bloccante + Ca-antagonista diidropiridinico | Utile nella malattia coronarica |
Beta-bloccante + ACE-inibitore (o Sartano) | Utile nello scompenso cardiacoUtile nel post-IMA |
Bassa dose di Diuretico Tiazidico + Beta-bloccante | Evidenza di riduzione della mortalità e benefici cardiovascolariMA Può ridurre la tolleranza al glucosio e aumentare i livelli di glucosio nel pazienti diabetici; non raccomandato in soggetti con intolleranza glucidica, sindrome metabolica o DM |
Bassa dose di Diuretico Tiazidico + ACE-inibitore (o Sartano) | Utile nello scompenso cardiacoUtile in prevenzione secondaria dell’ ICTUSLa ritenzione di potassio causata dell’ ACE-inibitore (o Sartano) è bilanciata dall’ escrezione del potassio causata del diuretico tiazidicoMA L’ assunzione di FANS e ACE- inibitore (o Sartano) e diuretico aumenta il rischio di insufficienza renale |
Combinazioni da evitare o da usare con cautela | Potenziali rischi |
Beta-bloccante + verapamil o diltiazem | Rischio di bradicardia severa e arresto cardiaco |
ACE- inibitore o Sartano + Diuretico risparmiatore di potassio | Rischio di ipepotassiemia |
ACE-inibitore + Sartano | Può danneggiare la funzione renale, possibile utilizzo nella nefropatia diabetica o nel DM con proteinuria sotto stretto controllo specialistico |
In caso di ipertensione di difficile controllo è opportuno inviare il paziente ad un centro specialistico di riferimento per valutare una forma secondaria di ipertensione e, nel caso di “vera resistenza”, per prendere in considerazione eventuali opzioni non farmacologiche come la denervazione renale con ablazione mediante radiofrequenza o la stimolazione dei barorecettori carotidei.
La Commissione Tecnico Scientifica dell’AIFA raccomanda pertanto:
Nei pazienti in terapia con Ace-inibitori l’insorgenza di tosse non è rara e forse anche sottostimata, manifestandosi secondo alcuni autori nell’11% dei traials. Tale effetto avverso è più raro con l’uso dei sartani, ma in ogni caso, se si è interrotto l’ACE inibitore a causa della tosse, è meglio evitare l’impiego successivo di un sartano. La tosse da ACE-inibitori non si accompagna ad un aumento del broncospasmo e cessa in pochi giorni dalla sospensione, anche se in alcuni casi può richiedere un “wash-out” fino a quattro settimane.
La gestione di questi pazienti non trova significative evidenze in letteratura in quanto la maggior parte dei trials sui farmaci ipotensivi sono stato condotti escludendo i pazienti con scompenso cardiaco.
Secondo le più recenti linee guida, sono possibili le seguenti opzioni:
N.B. I calcio antagonisti con maggiore azione inotropa negativa (i non-diidropiridinici: diltiazem e verapamil) devono essere evitati nel paziente iperteso con scompenso cardiaco ma sono ritenuti generalmente sicuri nei paziente con frazione di eiezione preservata.
Nei pazienti con cardiopatia ischemica tutti farmaci ipotensivi possono essere utilizzati.
Aliskiren è il primo inibitore diretto della renina ad essere stato utilizzato per la cura dell’Ipertensione Arteriosa. Il farmaco ha un meccanismo d’azione innovativo, con modulazione del Sistema Renina-Angiotensina-Aldosterone a livello del punto di attivazione, tappa iniziale e limitante, inibendo la conversione dell’angiotensinogeno in angiotensina I da parte della renina, con conseguente riduzione della produzione di angiotensina II, a cui sono attribuiti idanni più rilevanti dell’attivazione del Sistema Renina-Angiotensina-Aldosterone. Inoltre Aliskiren determina una riduzione dei livelli di Angiotensina I e attività reninica plasmatica (PRA), azioni distintive rispetto ad ACE inibitori e sartani. Gli studi evidenziano anche una riduzione intorno al 20% dell’aldosterone, cosa che potrebbe contribuire all’efficacia clinica ed esprimere un ulteriore livello di controllo del Sistema RAA rispetto agli altri farmaci agenti sul sistema.
Una meta-analisi ha preso in considerazione sei studi della durata di almeno 8 settimane, condotti in doppio cieco con Aliskiren contro placebo e sartani (Valsartan o Irbesartan) contro placebo, su un ampio campione (circa 8.000 pazienti), omogeneo per sesso, età e rischio cardiovascolare: al dosaggio di 300 mg al giorno l’effetto di Aliskiren sulla riduzione della pressione sistolica e diastolica medie è comparabile, ma non nettamente superiore, rispetto ai Sartani. Sotto il profilo della sicurezza Aliskiren è risultato generalmente ben tollerato e privo di gravi effetti collaterali in modo comparabile ai sartani. È ben tollerato, senza aggiustamenti della dose, anche in pazienti con compromissione della funzione epatica o renale. Uno studio ha considerato l’associazione Aliskiren/Valsartan mettendone in luce la superiorità nel controllo pressorio rispetto alla mono-terapia con un lievissimo incremento della percentuale degli effetti collaterali. Un altro ancora ha riscontrato che nel 4% dei pazienti trattati con terapia associativa Aliskiren/Valsartan, i livelli plasmatici di potassio erano superiori a 5.5 mmol/l. Pertanto, i pazienti che assumono Aliskiren ed un sartano dovrebbero sottoporsi a monitoraggio dei livelli plasmatici di potassio. Un altro studio, condotto su pazienti diabetici ipertesi, ha invece preso in esame l’associazione Aliskiren/Ramipril riscontrando nuovamente la superiorità sulla monoterapia. Lo studio di Andersen, eseguito in doppio cieco per la durata di sei mesi, confronta Aliskiren e Ramipril in monoterapia e in associazione con Idroclorotiazide (HCT) su un campione di 842 pazienti ipertesi. Ne emerge che Aliskiren in monoterapia è comparabile sotto il profilo della tolleranza e superiore in termini di riduzione della pressione arteriosa rispetto al Ramipril. L’associazione con il diuretico aumenta l’efficacia di entrambi i farmaci mantenendo la superiorità di Aliskiren.
Il farmaco è stato recentemente approvato da AIFA con piano di monitoraggio biennale online per il trattamento del paziente iperteso non a target (PA >130-80 mmHg), in presenza di fattori di rischio cardiovascolari e renali (Sindrome Coronarica Acuta, Diabete Mellito, Ipertrofia Ventricolare Sinistra, ridotto filtrato renale, microalbuminuria e proteinuria franca, pregresso stroke o TIA). La farmacovigilanza, secondo il piano di monitoraggio dell’AIFA, deve focalizzarsi specialmente su alcuni effetti avversi di Aliskiren, che sono conosciuti anche in altri farmaci che agiscono sull’asse renina-angiotensina, come l’angioedema, i disturbi muscolari e l’anemia, anche se finora nel corso degli studi clinici sono stati riportati solo pochi casi con Aliskiren. Mancano studi long-term che ne chiariscano gli effetti sulla sopravvivenza in pazienti con patologie cardiovascolari e renali.
Recentemente si sono resi disponibili i dati di vari registri (Italia, Canada, Belgio, Germania, Irlanda) di monitoraggio del farmaco nel paziente “real life”. Ad oggi sono disponibili i dati relativi a circa 28.000 pazienti, oltre 11.000 dei quali trattati in Italia(31). In maniera trasversale nei vari paesi, il farmaco ha permesso di ridurre la PA di circa 20 (sistolica) e 10 (diastolica) mmHg, portando a target un numero elevato di pazienti rispetto agli schemi terapeutici usuali e riducendo nettamente il loro rischio cardiovascolare stimato. Altro dato interessante è la progressiva riduzione fino al 35-40%.dei farmaci dati al basale e l’ottima tollerabilità e sicurezza (segnalati solo 38 effetti avversi non gravi, 0,39 % della casistica, e due considerati gravi).
L’ablazione bilaterale con radiofrequenze è effettuata attraverso l’inserimento percutaneo di un catetere di dimensioni opportune nell’arteria femorale e la sua navigazione fino alla prima biforcazione dell’arteria renale, sotto controllo fluoroscopico. Il razionale fisiopatologico si basa sul fatto che il rene esercita un ruolo centrale nella regolazione della funzione cardiovascolare e dell’omeostasi pressoria e che il sistema nervoso simpatico, attraverso l’innervazione del parenchima renale, modula sia l’attivazione del sistema renina-angiotensina-aldosterone sia l’escrezione urinaria di sodio ed acqua.
L’obiettivo secondario consisteva, invece, nell’esame del cambiamento dei valori medi della pressione nelle 24 ore.
Il confronto dei parametri pressori tra i due gruppi dopo adeguato follow up non ha evidenziato alcun vantaggio aggiuntivo associato alla denervazione renale rispetto alla migliore terapia farmacologica prevista per il singolo paziente.
In molti casi per abbassare la pressione arteriosa non occorre aumentare la dose o il numero di farmaci antipertensivi, ma è sufficiente assumerle al momento giusto, cioè la sera prima di andare a dormire. In questo modo è possibile tenere sotto controllo i valori pressori ed in particolare è possibile ridurre notevolmente il rischio di infarto e ictus.
Le variazioni quotidiane della pressione arteriosa seguono un ritmo circadiano, generalmente si verifica un calo pressorio durante il riposo notturno e un picco prima del risveglio. In base a queste considerazioni, è ragionevole pensare che il farmaco assunto a colazione cominci a perdere effetto proprio nelle prime ore del mattino seguente, quando la pressione è fisiologicamente più alta e maggiore è infatti anche il rischio di infarti.
Se questo vale per tutti, è tanto più vero per i pazienti “non dippers”, quelli cioè nei quali non si assiste al calo fisiologico della pressione durante la notte. A questa categoria di pazienti appartengono di solito i diabetici o i malati con nefropatia cronica, ma il fenomeno può insorgere con il tempo anche in chi soffre solo di ipertensione arteriosa essenziale.
Esistono persone in cui i valori aumentano durante il sonno più che nel periodo diurno, quando possono addirittura sembrare normali, questa ipertensione nascosta non è meno pericolosa: uno studio, pubblicato su Lancet e condotto in sei diversi Paesi su quasi 7.500 persone per poco meno di dieci anni, ha dimostrato che le più importanti conseguenze in termini di mortalità si hanno proprio in relazione ai valori registrati durante la notte.
Talvolta il loro rischio cardiovascolare può essere superiore a quello di un iperteso i cui valori scendono normalmente durante il sonno. È l’andamento dei valori pressori durante il giorno e soprattutto durante la notte, quando l’organismo è meno pronto a difendersi, a determinare i possibili danni ai diversi organi. Per questo le ultime Linee Guida raccomandano l’ esecuzione dell’ ABPM in caso di sospetta ipertensione arteriosa.
Da uno studio spagnolo condotto su un campione di 660 pazienti con IRC pubblicato nel 2011 sul Journal of the American Society of Nephrology è emerso che a parità di condizioni iniziali, quelli a cui è stato raccomandato di prendere almeno una delle pillole prescritte la sera invece che alla mattina hanno avuto nei cinque anni successivi un numero di eventi cardiovascolari gravi inferiore di quasi il 70% rispetto agli altri.
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