Ultimo aggiornamento 07/11/2020 12:00
Gen 18, 2015 Cardiotool Questioni Pratiche, Questioni Pratiche - Trombosi Venosa Profonda 0
Nel paziente oncologico la malattia tromboembolica venosa (TEV) rappresenta una frequente complicanza , causa di importante morbilità e mortalità. La presenza di una neoplasia maligna aumenta il rischio di trombosi di 4-6 volte rispetto alla popolazione generale e la sopravvivenza dei soggetti affetti sia da neoplasia che da TEV risulta essere inferiore rispetto a quella dei soggetti affetti solo da neoplasia o solo da TEV.
Per quanto riguarda la terapia, nei pazienti con neoplasia maligna e TEV acuto è suggerito l’impiego iniziale di EBPM, in quanto altrettanto efficace e più maneggevole rispetto alla ENF. Per quanto concerne il dosaggio non ci sono differenze rispetto alla popolazione con TEV in assenza di neoplasia (200 UI/Kg in 1 o 2 somministrazioni).
Per quanto riguarda la terapia a lungo termine, numerose evidenze dimostrano che la terapia anticoagulante orale (TAO) nei pazienti affetti da neoplasia maligna appare più problematica rispetto ai soggetti senza neoplasia; nei pazienti neoplastici la TAO è risultata essere gravata da un sensibile aumento sia del rischio di recidive che del rischio di eventi emorragici maggiori; per la profilassi secondaria a lungo termine del TEV viene quindi raccomandato l’impiego di EBPM al posto della TAO per i primi 6 mesi.
Per quanto concerne la durata ottimale della terapia nel paziente oncologico viene suggerito di proseguire la profilassi secondaria a lungo termine fino a quando la neoplasia è “attiva” e/o il paziente viene sottoposto a terapia antitumorale. Viste le possibili variazioni del quadro clinico è consigliabile valutare periodicamente e frequentemente durante il follow-up l’indicazione ad una profilassi prolungata ed il tipo di farmaco da impiegare (EBPM, TAO).In caso di recidiva trombotica in corso di TAO con INR in range terapeutico si suggerisce il passaggio ad EBPM.
Come nella popolazione generale, anche per i pazienti oncologici la trombolisi non è suggerita, fatta eccezione per i casi di embolia polmonare con instabilità emodinamica o di TVP con gangrena venosa. L’impiego di filtri cavali viene suggerito solo in caso di controindicazione assoluta o complicanza della terapia anticoagulante o in caso di recidiva in corso di terapia anticoagulante correttamente condotta.
Anche nei pazienti con neoplasia viene suggerito l’impiego dell’elastocompressione per prevenire la sindrome post-trombotica.
Analogamente alla popolazione generale, nei soggetti con cancro e TEV la terapia domiciliare appare altrettanto efficace e sicura rispetto a quella ospedaliera. La scelta della terapia domiciliare può essere ben accetta ai pazienti in quanto consente una qualità di vita migliore.
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