Ultimo aggiornamento 07/11/2020 12:00
Feb 15, 2015 Giuliana Maria Giambuzzi Novità dalla ricerca, Novità Ipertensione 0
L’ipertensione arteriosa è definita “resistente” quando non è possibile raggiungere gli obiettivi terapeutici raccomandati attraverso una strategia che comprenda la modificazione dello stile di vita e l’assunzione di almeno tre classi di farmaci antipertensivi tra cui un diuretico a dosi adeguate.
Nonostante la vasta gamma di farmaci disponibili, la percentuale di pazienti resistenti al trattamento è aumentata notevolmente negli ultimi anni.
Di recente è stata introdotta una nuova opzione terapeutica per i pazienti ipertesi resistenti alla terapia medica: la denervazione simpatica delle arterie renali mediante ablazione transcatetere.
In seguito alla pubblicazione dei risultati positivi degli Studi Symplicity HTN-1 e HTN-2 dimostranti l’efficacia della procedura nella riduzione dei livelli di Pressione Arteriosa, le ultime Linee Guida europee ESH/ESC 2013 avevano incluso per la prima volta questa procedura tra i presidi terapeutici per il trattamento dell’ipertensione resistente.
Purtroppo i risultati dello studio SIMPLICITY HTN- 3, eseguito in singolo cieco, hanno evidenziato che la denervazione renale con il sistema Symplicity non porta a differenze statisticamente significative nella riduzione della pressione arteriosa sistolica misurata in ambulatorio né in quella misurata nelle 24 ore (ABPM) tra il gruppo di pazienti sottoposti a denervazione renale e il gruppo di controllo.
Lo studio ha coinvolto 553 pazienti affetti da ipertensione resistente grave, randomizzati con un rapporto 2:1 a intervento di denervazione renale oppure intervento simulato.
Al termine del follow-up la pressione sistolica misurata in ambulatorio era in media 14 mmHg nel gruppo “denervazione” e 11 mmHg nel gruppo “controllo”; la ABPM era in media 6 mmHg nel gruppo “denervazione” e 4 mmHg nel gruppo “controllo”. Non sono state riscontrate differenze tra i due gruppi in termini di sicurezza.
Per il momento, la denervazione renale rimane un’opzione terapeutica possibile per quei pazienti in cui la sola terapia farmacologica non è in grado di normalizzare i valori pressori.
Il futuro di questa metodica è legato ai risultati dello studio EnligTHNment che valuterà l’efficacia della denervazione delle arterie renali sugli eventi cardiovascolari in una popolazione di 4000 pazienti ipertesi.
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