Ultimo aggiornamento 07/11/2020 12:00
Feb 19, 2015 Giuliana Maria Giambuzzi Novità Cardiopatia Ischemica, Novità dalla ricerca, Novità Fibrillazione Atriale, Novità Homepage, Novità Ictus Tia, Novità Prevenzione Primaria 0
I pazienti con malattia celiaca (MC) presentano un aumentato rischio di morte per cause cardiovascolari. Tale rischio persiste per anni (anche se attenuato) dopo l’inizio della dieta priva di glutine. Le malattie cardiovascolari che più spesso si associano alla MC includono la fibrillazione atriale (FA), gli eventi cerebrovascolari, la cardiomiopatia e la cardiopatia ischemica (CI).
La MC è una malattia immunitaria caratterizzata istologicamente da atrofia dei villi del piccolo intestino. Non è noto se il persistere di questa alterazione alla biopsia di follow-up, piuttosto che la guarigione della mucosa, influenzino il rischio di sviluppare la CI o la FA.
Il Mucosal healing and the risk of ischemic heart disease or atrial fibrillation in patients with celiac disease; a population-based study è un ampio studio di popolazione Svedese: ha coinvolto 28 reparti di patologia dal 2006 al 2008. I ricercatori hanno individuato 7.440 pazienti con evidenza istologica di MC che avevano effettuato una biopsia di follow-up tra i 6 mesi e i 5 anni dalla prima diagnosi di celiachia. L’età media dei pazienti celiaci al momento della biopsia duodenale di follow-up era di 25 anni, solo il 14% (1.063) dei pazienti aveva più di 60 anni e il 64% era di sesso femminile.
Nel 43% dei pazienti che ha eseguito la biopsia di follow-up, è stata evidenziata una persistenza dell’atrofia dei villi intestinali. E’ stata quindi eseguita un’analisi multivariata per valutare la correlazione tra sviluppo di CI e di FA e la persistenza del danno della mucosa intestinale alla biopsia di follow-up. Lo studio ha evidenziato che solo 196 pazienti con MC avevano sviluppato CI e 205 pazienti avevano sviluppato FA. Dopo aggiustamento dei risultati per età, sesso, durata della MC e livello di istruzione, non è emersa alcuna associazione significativa tra la persistenza del danno alla mucosa intestinale e il successivo sviluppo di CI o FA.
In conclusione, anche se i pazienti con atrofia dei villi persistente mostravano tassi più elevati di CI (298 per 100.000 persone-anno versus 214 per 100.000 persone –anno nei pazienti senza danno alla mucosa al follow-up) o FA, questo rapporto era dovuto all’influenza confondente dell’età. Poiché non vi è stato alcun effetto protettivo della riparazione della mucosa del piccolo intestino nella riduzione del rischio di CI e FA, lo studio dimostra che la gestione clinica della malattia celiaca non influenza necessariamente il rischio cardiovascolare, e che altri fattori, quali le influenze genetiche possono spiegare la relazione tra MC e malattie cardiovascolari.
Non bisogna quindi sottovalutare i pazienti celiaci che mostrano una guarigione istologica delle lesioni intestinali. Questi soggetti richiedono, come gli altri, una attenta valutazione e correzione dei fattori di rischio cardiovascolare, e l’attuazione di misure di Prevenzione Primaria, tra cui l’assunzione di aspirina in pazienti selezionati. Il medico di medicina generale si trova in una posizione privilegiata perché possiede tutti gli strumenti necessari per queste importanti valutazioni.
Fonte
Per approfondimenti su celiachia e rischio cardiovascolare:
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