Ultimo aggiornamento 07/11/2020 12:00
Feb 23, 2015 Chiara Civitelli Novità dalla ricerca, Novità Fibrillazione Atriale, Novità Homepage, Novità Ictus Tia, Novità Prevenzione Secondaria 0
La comparsa di ictus, TIA ed eventi embolici sistemici non è in relazione alla funzione ventricolare in pazienti con fibrillazione atriale (FA) e scompenso. La conclusione emerge dallo studio ACTIVE (Atrial fibrillation Clopidogrel Trial with Irbesartan for prevention of Vascular Events ) condotto su 3.487 pazienti affetti da scompenso cardiaco. I pazienti, tutti in terapia antiaggregante (non terapia anticoagulante), sono stati suddivisi in base alla frazione di eiezione (FE) conservata (46,8%) o meno (53,2%). Nel secondo gruppo è stato ulteriormente specificato il grado di disfunzione ventricolare sistolica lieve, moderata o grave. Tutti i pazienti sono stati classificati in base ai loro sintomi secondo la classificazione NYHA.
L’outcome primario era rappresentato dalla comparsa di eventi come ictus, TIA ed eventi embolici sistemici osservati in un periodo medio di follow-up di 3,6 anni.
Nel corso del follow-up, 386 pazienti sono stati colpiti da uno degli eventi considerati negli outcome. Dall’analisi dei risultati è emerso che i fattori di rischio indipendenti più forti per eventi embolici erano rappresentati dall’età ≥75 anni (HR 2,55; IC 95% 1,85-3,53), dal sesso femminile (HR 1,37; IC 95% 1,11-1,69) e da un precedente ictus o TIA (HR 2,07; IC 95% 1,65-2,60). Nei pazienti con scompenso cardiaco e FE conservata è stata osservata un’incidenza di eventi embolici sovrapponibile a quella dei pazienti con scompenso e FE ridotta (4,3% vs 4,4% per 100 persone/anno).
La ridotta FE (<50%), il grado di disfunzione ventricolare sistolica e la classe NYHA non sono quindi in grado di influire sul rischio di eventi embolici in questa categoria di pazienti.
Nella gestione del paziente con FA e, in particolare, per la valutazione del rischio di eventi embolici, il MMG ha a disposizione strumenti validati ( CHA2DS2-VASc ) che possono guidarlo nella scelta della terapia più appropriata per il singolo paziente (anticoagulante sì o no?). I risultati di questo studio ci confermano la validità dello strumento CHA2DS2-VASc il quale fonda la valutazione del rischio su parametri quali l’età, il genere femminile, la storia di pregresso ictus o TIA e la presenza di scompenso cardiaco, senza tener conto del grado di compromissione funzionale.
Fonte: Sandhu RK, Hohnloser SH, Pfeffer MA, Yuan F, Hart RG, Yusuf S, Connolly SJ, McAlister FA, Healey JS Relationship Between Degree of Left Ventricular Dysfunction, Symptom Status, and Risk of Embolic Events in Patients With Atrial Fibrillation and Heart Failure Stroke. 2015 Jan 27. pii: STROKEAHA.114.007140.
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