Ultimo aggiornamento 07/11/2020 12:00
Feb 23, 2015 Chiara Civitelli Novità dalla ricerca, Novità Homepage, Novità Scompenso cardiaco 0
I risultati dello studio del 2011 (Chronic vagus nerve stimulation: a new and promising therapeutic approach for chronic heart failue ) condotto su 32 pazienti con scompenso cardiaco sembrava dimostrare l’azione benefica della stimolazione vagale diretta, con conseguente aumento del tono parasimpatico, sul rimodellamento del ventricolo sinistro, sulla capacità di esercizio e sulla qualità di vita di tali pazienti.
Recentemente gli autori dello studio Chronic vagal stimulation for the treatment of low ejection fraction heart failure: results of the NEural Cardiac TherApy foR Heart Failure (NECTAR-HF) randomized controlled trial hanno voluto indagare l’effetto della stimolazione nervosa vagale su: rimodellamento cardiaco, funzionalità cardiaca, capacità di esercizio e qualità di vita in pazienti con scompenso cardiaco con grave disfunzione del ventricolo sinistro (FE≤ 35%).
Lo studio ha coinvolto 95 pazienti affetti da scompenso cardiaco in classe NYHA II o III, in terapia secondo le linee guida ESC. Dopo l’impianto a livello cervicale e la titolazione dello stimolatore vagale, i pazienti sono stati randomizzati, 63 nel gruppo terapia (stimolatore lasciato in funzione) e 32 nel gruppo controllo (stimolatore disattivato dopo titolazione). Gli autori hanno scelto come endpoint primario il cambiamento del diametro telesistolico del ventricolo sinistro valutato all’ecografia; endpoint secondari comprendevano: modificazioni del volume telesistolico del ventricolo sinistro, della frazione d’eiezione, del consumo massimo di O2, del valore di NT-proBNP, di alcuni parametri all’Holter cardiaco, della classe NYHA e di due scale scelte per la valutazione della qualità di vita (Minnesota Living with Heart Failure Questionnaire e Short Form 36 Health Survey). Tutti i parametri sono stati valutati al tempo zero e dopo 6 mesi dalla randomizzazione.
L’analisi dei risultati non ha mostrato modificazioni significative nel gruppo in trattamento rispetto al gruppo controllo, sia per quanto riguarda l’endpoint primario che gli endpoint secondari, ad eccezione di un miglioramento della qualità di vita rilevato nel gruppo sottoposto a stimolazione (da interpretare con cautela per possibile effetto placebo).
I risultati dello studio NECTAR-HF sembrano quindi non confermare i benefici riscontrati nello studio precedente sui pazienti affetti da scompenso. Gli autori ritengono che, per avere risposte più chiare, sarebbe necessario prima di tutto individuare meglio modalità e parametri (intensità e frequenza di stimolazione) per ottimizzare gli effetti della procedura sul sistema cardiovascolare.
In attesa di ulteriori sviluppi, le armi più efficaci attualmente a disposizione del MMG nel trattamento del paziente con scompenso cardiaco con ridotta FE rimangono sicuramente i farmaci http://www.cardiotool.net/2014/12/terapia-farmacologica-dello-scompenso-cardiaco/ , a patto che vengano scelti e dosati nella maniera più corretta, seguendo le indicazioni delle linee guida.
Fonte:
Zannad F, De Ferrari GM, Tuinenburg AE, Wright D, Brugada J, Butter C, Klein H, Stolen C, Meyer S, Stein KM, Ramuzat A, Schubert B, Daum D, Neuzil P, Botman C, Castel MA, D’Onofrio A, Solomon SD, Wold N, Ruble SB Chronic vagal stimulation for the treatment of low ejection fraction heart failure: results of the NEural Cardiac TherApy foR Heart Failure (NECTAR-HF) randomized controlled trial Eur Heart J. 2015 Feb 14;36(7):425-33. doi:10.1093/eurheartj/ehu345
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