Ultimo aggiornamento 07/11/2020 12:00
Mar 27, 2015 Gaetano D'Ambrosio Cardiologia di genere Novità, Novità Cardiopatia Ischemica, Novità dalla ricerca, Novità Homepage Commenti disabilitati su Arriva tardi nella donna la diagnosi d’infarto
Le donne subiscono ancora un imperdonabile ritardo nei soccorsi quando subiscono un infarto miocardico.
E’ il risultato di dello studio Sex-related differences in acute coronary care among patients with myocardial infarction: the role of pre-hospital delay presentato al recente Congresso dell’American College of Cardiology che ha esaminato il percorso di cura di 7.457 pazienti ricoverati per sindrome coronarica acuta in 17 paesi europei tra il 2010 ed il 2014.
Il tempo mediano intercorso tra l’inizio dei sintomi e la richiesta di soccorso é risultato di 60.0 minuti nelle donne e 45.5 minuti negli uomini. Una volta in ospedale il tempo necessario per accedere alla trombolisi o alla angioplastica è risultato analogo per uomini e donne.
Le donne erano mediamente più anziane degli uomini (età media 69.7 anni contro 59.7 anni) e presentavano più frequentemente sintomi atipici o assenza di dolore toracico (7.5% contro 5.3%).
La percentuale di soggetti ricoverati entro 60 minuti é risultata del 29.7% tra le donne e del 70.3% tra gli uomini. La percentuale di soggetti trattati entro 12 ore é risultata del 76.0% tra le donne e del 80.4% tra gli uomini. La percentuale di soggetti sottoposti ad angioplastica primaria o a fibrinolisi é risultata più bassa tra le donne (69.5% contro 73.5%).
La mortalità intra-ospedaliere é risultata maggiore nelle donne che negli uomini (11.8% contro 6.3).
Tenendo conto delle differenze nei tempi pre-ospedalieri le differenze di mortalità divengono irrilevanti.
I risultati di questo studio confermano il dato che nelle donne il riconoscimento dei sintomi di infarto e l’attivazione dei soccorsi avvengono più lentamente e si associano ad una prognosi peggiore.
Fonte:
Sex-related differences in acute coronary care among patients with myocardial infarction: the role of pre-hospital delay.Raffaele Bugiardini, Beatrice Ricci, Edina Cenko, Peter L. Amaduzzi, et. al University of Bologna, Bologna, Italy. J Am Coll Cardiol. 2015;65(10_S):. doi:10.1016/S0735-1097(15)60008-0. Full text
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