Ultimo aggiornamento 07/11/2020 12:00
Mar 10, 2015 Giuliana Maria Giambuzzi Farmaci, Farmaci Fibrillazione atriale, Novità Aritmie, Novità dalla ricerca, Novità Fibrillazione Atriale, Novità Homepage Commenti disabilitati su Flecainide per l’impiego in paziente con FA e malattia coronarica
La terapia antiaritmica non è generalmente gestita dal medico di famiglia, ma conoscere i limiti di utilizzo, le controindicazioni, le possibili interazioni dei farmaci impiegati é importante nella gestione dei pazienti sottoposti a complessi schemi polifarmacologici. Una revisione periodica della congruità di questi trattamenti, spesso frutto dell’intervento di specialisti di varie branche, è un compito specifico del mmg.
Con la review “Flecainide: Current status and perspectives in arrhythmia management” si è cercato di analizzare i dati clinici correnti relativi all’uso flecainide nella pratica clinica e di portare alla luce alcune preoccupazioni circa il suo ruolo nella gestione dei pazienti con malattia coronarica. L’efficacia clinica della flecainide acetato è stata confermata dai risultati di numerosi studi clinici. Questo farmaco è raccomandato come antiaritmico di prima linea in pazienti con fibrillazione atriale e / o tachicardia sopraventricolare per il ripristino e il mantenimento del ritmo sinusale.
Sul la base delle ultime Linee Guida (LG) della Società Europea di Cardiologia (ESC), la flecainide endovena (2 mg / kg in 10 min) è raccomandata per la cardioversione della fibrillazione atriale (FA) di recente insorgenza (durata inferiore a 48 h) quando la cardioversione farmacologica è da preferire e non vi è alcuna malattia cardiaca strutturale sottostante (Classe IA raccomandazione). In pazienti selezionati senza significativa malattia cardiaca strutturale, la strategia “pill-in-the-pocket” (singola dose di flecainide 200-300 mg per via orale) deve essere presa in considerazione se precedentemente testata in ambiente medico protetto (Classe IIa raccomandazione).
La flecainide è consigliata anche per il controllo del ritmo a lungo termine nei pazienti senza significativa malattia cardiaca strutturale sottostante; mentre sulla base dei risultati dello studio CAST (Cardiac Arrhythmia Suppression Trial)
l’utilizzo della flecainide non è raccomandato nei pazienti con malattia cardiaca strutturale a causa di alto rischio proaritmico. Dati recenti supportano il ruolo di flecainide nella prevenzione di tachiaritmie ventricolari nei pazienti con tachicardia ventricolare polimorfa catecolaminergica.
C’è quindi spazio per l’utilizzo di flecainide nel paziente con malattia coronarica?
Sulla base dei risultati dello studio CAST si raccomanda di escludere la presenza di malattie cardiache “strutturali” e / o cardiomiopatia ischemica prima dell’inizio della terapia con flecainide in modo da evitare l’aumento del rischio di proaritmia.
E’ inoltre controindicato l’utilizzo di flecainide nei pazienti con precedente infarto miocardico anche con frazione di eiezione ventricolare sinistra conservata.
Sulla base dell’aggiornamento 2012 degli orientamenti ESC per la gestione della fibrillazione atriale la flecainide può essere utilizzata nei pazienti con “minima cardiopatia strutturale”, ma non può essere utilizzata nei pazienti con malattia coronarica.
Dato che le opzioni terapeutiche attualmente disponibili per i pazienti con malattia coronarica e fibrillazione atriale sono limitate, è auspicabile che vengano presto intrapresi nuovi studi per valutare la sicurezza dei vecchi antiaritmici, come flecainide, nell’ampia porzione di pazienti con malattia coronarica, in particolare i pazienti con malattia coronarica stabile, che hanno la frazione di eiezione ventricolare sinistra conservata, non presentano sintomi e non hanno segni visibili all’ECG di pregressa ischemia miocardica.
Un altro problema irrisolto nel campo della terapia antiaritmica nei pazienti con cardiopatia ischemica è la mancanza di prove del beneficio dal trattamento con flecainide nei pazienti con defibrillatori impiantabili (ICD) che hanno “malattia minima di cuore” e presentano aritmie sintomatiche, refrattarie a Sotalolo e / o amiodarone. Sebbene attualmente non vi sia alcuna prova a sostegno di questa ipotesi, dato che ICD riducono il rischio proaritmico, la terapia con flecainide può essere presa in considerazione in questi pazienti. Purtroppo, per problemi di ordine economico, queste ipotesi non sono state adeguatamente verificate attraverso studi clinici randomizzati.
Fonte
Andrikopoulos GK, Pastromas S, Tzeis S. Flecainide: Current status and perspectives in arrhythmia management. World J Cardiol. 2015 Feb 26;7(2):76-85. doi: 10.4330/wjc.v7.i2.76. Link:
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