Ultimo aggiornamento 07/11/2020 12:00
Mar 13, 2015 Chiara Civitelli Farmaci, Farmaci Fibrillazione atriale, Farmaci VKA, Novità dalla ricerca, Novità Fibrillazione Atriale, Novità Homepage, Novità Terapia con VKA Commenti disabilitati su NAO e mondo reale: la scelta, rispetto agli AVK, in base al paziente
Iniziano ad essere pubblicati i primi studi di valutazione sull’impiego dei nuovi farmaci anticoagulanti orali (NAO) nella prevenzione di eventi tromboembolici nei pazienti con fibrillazione atriale (FA). I NAO son stati introdotti sul mercato come alternativa alla terapia tradizionale con AVK, antagonisti della vitamina K (warfarin).
Lo studio Non-vitamin K antagonist oral anticoagulation agents in anticoagulant naïve atrial fibrillation patients: Danish nationwide descriptive data 2011-2013 è stato condotto in Danimarca su un campione di 18.611 pazienti con FA naÏve per la terapia anticoagulante. Gli autori hanno analizzato nell’arco temporale di 2 anni (Agosto 2011- Ottobre 2013) quale farmaco anticoagulante (warfarin o un NAO) fosse stato prescritto ai pazienti che dovevano iniziare la terapia, andando anche a valutate le caratteristiche dei pazienti stessi.
Lo studio ha evidenziato che a 9.902 pazienti (53%) è stato prescritto il warfarin, a 7.128 pazienti (38%) dabigatran, a 1.303 pazienti (7%) rivaroxaban e a 278 pazienti (1%) apixaban.
Per quanto riguarda le caratteristiche dei pazienti trattati con i diversi farmaci, l’età avanzata, il sesso femminile e un precedente ictus sono risultati associati alla scelta di un NAO piuttosto che al warfarin. Al contrario, il warfarin è stato preferito in caso di insufficienza renale cronica, infarto del miocardio e scompenso cardiaco. Per quanto riguarda i singoli principi attivi è emerso che rivaroxaban e apixaban sono stati prescritti ai soggetti che presentavano un rischio trombotico ed emorragico maggiore rispetto ai soggetti trattati con dabigatran o warfarin.
Dalle percentuali emerse dallo studio danese sembra quindi che i NAO stiano prendendo piede come valida alternativa alla terapia anticoagulante tradizionale. È importante sottolineare comunque la necessità di valutare sempre le caratteristiche dei diversi principi attivi e del singolo paziente, soprattutto in termini di comorbidità (es. insufficienza renale) per scegliere il principio attivo più appropriato, senza il rifiuto a priori delle terapie più nuove rispetto alle più “vecchie” e viceversa.
Fonte
Olesen JB, Sørensen R, Hansen ML, Lamberts M, Weeke P, Mikkelsen AP, Køber L, Gislason GH, Torp-Pedersen C, Fosbøl EL. Non-vitamin K antagonist oral anticoagulation agents in anticoagulant naïve atrial fibrillation patients: Danish nationwide descriptive data 2011-2013 Europace. 2015 Feb;17(2):187-93
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