Ultimo aggiornamento 07/11/2020 12:00
Mar 30, 2015 Giuliana Maria Giambuzzi Novità dalla ricerca, Novità Homepage, Novità Ipertensione Commenti disabilitati su Nell’ipertensione in gravidanza lo stretto controllo non è sempre necessario
Possiamo parlare di ipertensione in gravidanza se dopo il sesto mese di gestazione la pressione arteriosa sistolica é di almeno 140 mmHg o la pressione diastolica 90 mmHg perlomeno in due misurazioni effettuate a 4-6 ore di distanza. L’ipertensione arteriosa in gravidanza può determinare gravi complicanze sia a carico del feto che della madre. Le Linee Guida ESH/ESC 2013 raccomandano durante la gravidanza un attento monitoraggio della pressione arteriosa e affermano che la terapia va instaurata per valori di Pressione Arteriosa > 140/90 mmHg.
L’obiettivo del trattamento in gravidanza è ridurre la morbidità cardiovascolare senza compromettere l’afflusso placentare.
Nel caso in cui la paziente non presenti patologie croniche di base il target di pressione arteriosa nella donna gravida deve essere di 130-155 per la PA sistolica e di 80-105 per la PA diastolica. Se coesistono condizioni croniche è consigliato mantenere una PA sistolica < 140 mmHg e una PA diastolica < 90 mmHg.
Le attuali raccomandazioni dell’Istituto Nazionale per la Salute e l’Eccellenza Clinica (NICE) suggeriscono il mantenimento di valori pressori inferiori a 150/100 mm/Hg, ma di non abbassare la pressione diastolica sotto gli 80 mm/Hg.
Lo studio multicentrico in aperto Less-tight versus tight control of hypertension in pregnancy ha analizzato 987 donne tra la 14° settimana e la 33° settimana di gravidanza affette da ipertensione arteriosa senza proteinuria. La PA diastolica era compresa tra 90 e 105 mm Hg (o 85-105 mm Hg se la paziente era già in trattamento antipertensivo). Le pazienti sono state randomizzate in modo casuale a due target diversi di PA diastolica: controllo meno stretto (target di PA diastolica, 100 mm Hg) o stretto controllo (target di PA diastolica 85 mmHg).
L’end-point primario era l’aborto o la necessità di cure neonatali intensive per più di 48 ore durante i primi 28 giorni dopo la nascita. L’endpoint secondario erano le gravi complicanze materne fino a 6 settimane dopo il parto o fino alla dimissione dall’ospedale.
Sia l’endpoint primario che quello secondario sono risultati simili tra le 493 donne assegnate al controllo meno stretto e 488 donne assegnate al controllo stretto (31,4% e 30,7%, rispettivamente; odds ratio aggiustato, 1.02; 95% intervallo di confidenza [IC], 0,77-1,35) , così come i tassi di gravi complicanze materne (3,7% e 2,0%, rispettivamente; odds ratio aggiustato, 1,74; 95% CI, 0,79-3,84), nonostante la PA diastolica media fosse più alta nel gruppo sottoposto a controllo meno stretto della PA 4,6 mm Hg (95% CI, 3,7-5,4). Un’ipertensione severa (≥160/110 mm Hg) si è sviluppata nel 40,6% delle donne del gruppo di controllo meno intensivo e nel 27,5% delle pazienti del gruppo a controllo intensivo(P <0,001).
Non sono state evidenziate differenze significative in termini di complicanze materne o fetali tra trattamento intensivo e trattamento non intensivo dell’ipertensione in gravidanza, ma il trattamento intensivo riduce il rischio di comparsa di ipertensione grave.
E’ importante quindi effettuare un periodico controllo dei valori di PA nelle gravide e la terapia farmacologica va instaurata per valori di Pressione Arteriosa > 140/90 mmHg nelle seguenti categorie: donne con ipertensione gestazionale (con o senza proteinuria), ipertensione arteriosa preesistente alla gravidanza complicata da Ipertensione gestazionale, ipertensione con danno d’organo asintomatico o sintomatico durante qualsiasi periodo della gravidanza.
Fonte:
Magee LA1, von Dadelszen P, Rey E, Ross S, Asztalos E, Murphy KE, Menzies J, J Sanchez, Singer J, Gafni A, Gruslin A, Helewa M, Hutton E, Lee SK, Lee T, Logan AG, Ganzevoort W, Welch R, Thornton JG, Moutquin JM. Less-tight versus tight control of hypertension in pregnancy. N Engl J Med. 2015 Jan 29;372(5):407-17. doi: 10.1056/NEJMoa1404595
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