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Scompenso: meglio con meno sale nella dieta

Mar 16, 2015 Chiara Civitelli Novità dalla ricerca, Novità Homepage, Novità Scompenso cardiaco Commenti disabilitati su Scompenso: meglio con meno sale nella dieta


La ritenzione di sodio e liquidi rappresenta una problematica centrale nell’equilibrio del paziente affetto da scompenso cardiaco (SC). Gli studi, sia osservazionali che sperimentali, condotti per valutare gli effetti di una restrizione nell’assunzione  di sodio con la dieta, hanno fornito risultati contrastanti.

Lo studio pilota The long-term effects of dietary sodium restriction on clinical outcomes in patients with heart failure. The SODIUM-HF (Study of Dietary Intervention Under 100 mmol in Heart Failure): A pilot study   controllato randomizzato è stato condotto su 38 pazienti affetti da SC (classe NYHA II-III) . Gli autori hanno voluto indagare prima di tutto la fattibilità di un trial randomizzato controllato che confrontasse una dieta a basso contenuto sodico (1.500mg/die) con una dieta a contenuto sodico moderato (2.300mg/die). In secondo luogo i ricercatori hanno voluto valutare gli effetti della restrizione sodica sulla qualità di vita e sul BNP di questi pazienti.

Lo studio prevedeva una valutazione dietetica (diario alimentare di 3 giorni), clinica (segni/sintomi di scompenso e classe NYHA), biochimica (BNP, elettroliti, creatinina, albumina, emoglobina) e della qualità di vita (questionario KCCQ) al tempo 0, a 3 e 6 mesi.

I risultati hanno mostrato una riduzione significativa dell’introito di sodio in entrambe i gruppi. Il BNP  si è ridotto in maniera significativa nel gruppo con apporto di sodio più basso (216-71 pg/mL, P = 0,006), mentre non c’è stata riduzione nell’altro gruppo. Per quanto riguarda la qualità di vita, la scala KCCQ

è migliorata in entrambe i gruppi. Da un’analisi post hoc basata sull’introito di sodio raggiunto (> o < di 1.500mg/die) è emerso che in tutti i pazienti che consumavano quantità minori di sale si è osservato un miglioramento del BNP e del punteggio KCCQ.

I dati suggeriscono quindi l’importanza di un counseling dietetico mirato alla riduzione dell’introito di sodio nel paziente affetto da scompenso cardiaco, da associare in maniera rigorosa alla terapia farmacologica secondo le linee guida.

Fonte:
Colin-Ramirez E, McAlister FA, Zheng Y, Sharma S, Armstrong PW, Ezekowitz JA  The long-term effects of dietary sodium restriction on clinical outcomes in patients with heart failure. The SODIUM-HF (Study of Dietary Intervention Under 100 mmol in Heart Failure): A pilot study Am Heart J. 2015 Feb;169(2):274-281. Full text

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Chiara Civitelli

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