Ultimo aggiornamento 07/11/2020 12:00
Apr 17, 2015 Giuliana Maria Giambuzzi Novità dalla ricerca, Novità Homepage, Novità Prevenzione Secondaria, Novità Scompenso cardiaco 1
L’insufficienza cardiaca (IC) ha un impatto importante sulla qualità di vita dei pazienti.
Per determinare l’efficacia di una gestione multidisciplinare centrata sul paziente della malattia (PCDM, Patient-Centered Disease Management) e di una serie di interventi per migliorare lo stato di salute dei pazienti con insufficienza cardiaca stato effettuato uno studio clinico randomizzato multicentrico che ha seguito per due anni un campione di 392 pazienti con diagnosi di IC, cardiomiopatia associata e un punteggio al questionario di valutazione della qualità di vita Kansas City Cardiomyopathy Questionnaire (KCCQ) < 60.
L’approccio incentrato sul paziente (PCDM) comprendeva la collaborazione tra infermiere, cardiologo, psichiatra e medico di medicina generale, tele-monitoraggio domiciliare, screening per la malattia depressiva, sostegno e trattamento del paziente depresso.
L’endpoint primario era una variazione del punteggio KCCQ dopo un anno nei due gruppi di pazienti: quello sottoposto al PCDM e gruppo sottoposto alle cure tradizionali.
Sebbene gli autori dello studio abbiano rilevato un significativo miglioramento nei punteggi KCCQ globali in entrambi i gruppi dopo un anno, non vi era alcuna significativa (P = .97) differenza tra di loro.
Lo studio ha evidenziato, tra gli end point secondari, una riduzione del numero di decessi (8 versus 19) a un anno nel braccio PDCM rispetto al braccio solita cura, ma non si è verificata alcuna significativa (P = 0.87) differenza nei tassi di ospedalizzazione un anno (29,4% vs 29,9%).
Nei pazienti depressi si è verificato un miglioramento nel “Patient Health Questionnaire 9” dopo un anno nel braccio di intervento rispetto al braccio solita cura (2,1 punti più bassi, P = .01).
Questo studio dimostra che un approccio multidisciplinare della persona con IC non migliora lo stato di salute e la qualità di vita del paziente rispetto alle cure tradizionali.
I deludenti risultati di questo studio ben progettato e ben eseguito, in combinazione con i risultati provenienti da altri studi di gestione della malattia e di tele-monitoraggio, sollevano importanti domande circa l’efficacia e il costo-efficacia di questo tipo di approccio per l’IC.
In un clima in cui l’assistenza sanitaria è sempre più focalizzata al contenimento dei costi, i risultati di questo studio risultano fondamentali per definire i percorsi assistenziali ottimali per i pazienti con insufficienza cardiaca.
Fonte:
Primary Results of the Patient-Centered Disease Management (PCDM) for Heart Failure Study. JAMA Intern Med. Bekelman DB, Plomondon ME, Carey EP, Sullivan MD, Nelson KM, Hattler B, McBryde CF, Lehmann KG, Gianola K, Heidenreich PA, Rumsfeld JS.Published online March 30, 2015. doi:10.1001/jamainternmed.2015.0315.
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