Ultimo aggiornamento 07/11/2020 12:00
Apr 24, 2015 Gaetano D'Ambrosio Farmaci, Farmaci Cardiopatia ischemica, Novità Cardiopatia Ischemica, Novità dalla ricerca, Novità Homepage Commenti disabilitati su Nel post infarto i beta bloccanti efficaci anche con BPCO
Nei pazienti che hanno subito un infarto miocardico la terapia con beta-bloccante riduce la mortalità, previene le aritmie, ritarda l’eventuale evoluzione verso lo scompenso cardiaco. Vi sono però dei dubbi che la stessa terapia possa portare beneficio ai pazienti affetti anche da broncopneumopatia cronica ostruttiva (BPCO). In questi soggetti, infatti, spesso i beta-bloccanti non sono prescritti nel timore che possano peggiorare la funzione polmonare.
Per approfondire questo aspetto, è stato condotto uno studio con l’obiettivo di valutare gli effetti dei beta bloccanti in pazienti con BPCO sopravvissuti a un infarto del miocardio.
Nello studio β-Blocker Use and Mortality in COPD Patients After Myocardial Infarction: A Swedish Nationwide Observational Study sono stati arruolati 4.858 pazienti, dimessi tra il 2005 e il 2010 dopo un infarto. Di questi, 4.086 (84.1%) avevano ricevuto una terapia con beta bloccante e 772 (15.9%) no. Dopo aver corretto per i potenziali confondenti, i pazienti dimessi in terapia con beta-bloccante presentavano una mortalità più bassa (HR 0.87, IC95% 0.78-8.98) in un follow-up fino a 7.2 anni. Nel sottogruppo di pazienti con una storia di scompenso cardiaco il beneficio risultava ancora più consistente (HR 0.87 IC95% 0.63-0.96). Gli autori concludono affermando che la terapia con beta-bloccanti nel post-infarto é vantaggiosa anche nei pazienti affetti da BPCO.
I risultati questo studio confermano il dato, ormai condiviso, che la BPCO non rappresenta una controindicazione all’uso dei beta-bloccanti anche se é sicuramente meglio preferire quelli dotati di selettività per i beta-1 recettori: bisoprololo, metoprololo, nevibololo (si veda per esempio Comorbilità: come tenerne conto nella gestione del paziente con scompenso cardiaco). Al contrario, la controindicazione é sempre presente nei pazienti con asma bronchiale.
Il problema é di grande rilievo pratico in quanto cardiopatia ischemica e BPCO spesso coesistono, essendo caratterizzati da componenti eziologiche comuni, mentre i beta-bloccanti sono farmaci di grande utilità nel trattamento della cardiopatia ischemica e dello scompenso cardiaco.
Considerando che anche in pazienti nei quali é stata diagnosticata la BPCO può esservi una quota rilevante di bronco-reversibilità e che esiste un “fenotipo misto” che accomuna le caratteristiche delle due principali patologie bronco-ostruttive, resta sempre valida l’indicazione a eseguire una accurata valutazione della funzione respiratoria in questi pazienti.
Fonte:
β-Blocker Use and Mortality in COPD Patients After Myocardial Infarction: A Swedish Nationwide Observational Study. Andell P, Erlinge D, Smith JG, Sundström J, Lindahl B, James S, Koul S.J Am Heart Assoc. 2015 Apr 8;4(4). pii: e001611. doi: 10.1161/JAHA.114.001611.
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