Ultimo aggiornamento 07/11/2020 12:00
Apr 03, 2015 Chiara Civitelli Novità dalla ricerca, Novità Homepage, Novità Vasculopatie Commenti disabilitati su Nell’arteriopatia periferica la terapia medica non basta. Ci vuole esercizio fisico
Nei pazienti con claudicatio intermittens la terapia medica, pur essendo imprescindibile, non è sufficiente per garantire un miglioramento della capacità di esercizio e della qualità di vita. Nel paziente arteriopatico entrano quindi in gioco altre strategie che comprendono un training fisico guidato e/o interventi di rivascolarizzazione.
Gli autori dello studio Supervised exercise versus primary stenting for claudication resulting from aortoiliac peripheral artery disease: six-month outcomes from the claudication: exercise versus endoluminal revascularization (CLEVER) study hanno voluto confrontare i benefici derivanti dalla terapia medica ottimale, dall’esercizio fisico con supervisione e dalla rivascolarizzazione tramite stent, in pazienti affetti da arteriopatia coinvolgente il segmento aortoiliaco.
Lo studio ha coinvolto 111 pazienti (61,3%M) con claudicatio moderata e severa che sono stati randomizzati a ricevere uno dei tre trattamenti sopracitati. La terapia medica prevedeva trattamento di fattori di rischio, terapia antiaggregante e cilostazolo, mentre l’esercizio fisico prevedeva un training di 1 ora per 3 volte a settimana per 26 settimane.
L’endpoint primario era rappresentato dal cambiamento del tempo massimo di cammino su tapis roulant (protocollo Gardner). Endpoint secondari includevano il cambiamenoi dei seguenti parametri: incremento della capacità di cammino nella vita di tutti i giorni (misurata tramite contapassi), qualità della vita (valutata tramite i questionari SF-12, WIQ e PAQ), modificazione di marker di rischio cardiovascolare. I pazienti sono stati valutati al tempo 0 e dopo 6 mesi.
I risultati hanno mostrato un incremento del tempo massimo di cammino maggiore nel gruppo sottoposto ad esercizio fisico (incremento medio rispetto al basale 5,8±4,6 minuti), sia rispetto al gruppo sottoposto alla sola terapia medica (1,2±2,6 min.), sia nel gruppo sottoposto a rivascolarizzazione (3,7±4,9 min.). La capacità di cammino nella vita di tutti i giorni è risultata incrementata soprattutto nel gruppo sottoposto a rivascolarizzazione, anche se le differenze tra i gruppi non sono risultate statisticamente significative.
Le scale di valutazione della qualità di vita sono migliorate sia nel gruppo esercizio fisico che nel gruppo dei rivascolarizzati rispetto al gruppo della terapia medica.
Nelle diverse scale il grado di miglioramento è risultato maggiore nel gruppo rivascolarizzato rispetto al gruppo dell’esercizio fisico. Infine è stato osservato un incremento nelle HDL nel gruppo sottoposto ad esercizio rispetto al gruppo dei rivascolarizzati e un decremento del fibrinogeno plasmatico nel gruppo dell’esercizio fisico rispetto al gruppo della terapia medica.
Nel trattamento del paziente arteriopatico è importante che il Medico consideri come presidio terapeutico indispensabile anche l’esercizio fisico, strutturato e adeguato ai diversi stadi di malattia. (link a FAQ AOCP- prescrizione dell’esercizio fisico)
Fonte: Murphy TP, Cutlip DE, Regensteiner JG, Mohler ER, Cohen DJ, et al. CLEVER Study Investigators. Supervised exercise versus primary stenting for claudication resulting from aortoiliac peripheral artery disease: six-month outcomes from the claudication: exercise versus endoluminal revascularization (CLEVER) study. Circulation. 2012 Jan 3;125(1):130-9 Full text
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