Ultimo aggiornamento 07/11/2020 12:00
Apr 12, 2015 Chiara Civitelli Novità dalla ricerca, Novità Homepage, Novità Trombosi venosa profonda Commenti disabilitati su Terapia anticoagulante del tromboembolismo venoso. Durata ottimale
Terapia anticoagulante del tromboembolismo venoso. Durata ottimale. fcardiotool. fonte. whowhatwhy.org
Il rischio non trascurabile di recidiva dopo un episodio di tromboembolismo venoso-TEV (trombosi venosa profonda e /o embolia polmonare) ha portato alla raccomandazione, ampiamente condivisa nelle linee guida, di una terapia anticoagulante che duri almeno 3 mesi.
Gli autori dello studio Duration of anticoagulation after venous thromboembolism in real world clinical practice hanno voluto indagare, attraverso l’utilizzo del registro internazionale RIETE (Regístro Informatizado de la Enfermidad TromboEmbólica), cosa accade nella pratica clinica reale nell’ambito della prevenzione secondaria degli eventi TEV.
Nella popolazione, composta da 6.944 pazienti con un primo episodio di TEV, sono stati raccolti e analizzati dati sui fattori di rischio per TEV e sanguinamento, la durata della terapia anticoagulante e gli outcome clinici occorsi nel periodo di follow- up.
Per quanto concerne i fattori di rischio per TEV, nel 41,1% dei pazienti l’episodio TEV è risultato idiopatico, nel 31,8% dei pazienti sono stati rilevati fattori di rischio transitori e il 27,1% dei pazienti presentava una neoplasia.
Riguardo alla durata della terapia anticoagulante, questa è risultata essere superiore ai 12 mesi nel 55,1% dei pazienti con TEV idiopatico, nel 41,9% dei soggetti con fattori di rischio transitori e nel 43,2% dei pazienti affetti da neoplasia.
I fattori indipendenti associati al trattamento prolungato oltre i 12 mesi sono risultati essere l’esordio come embolia polmonare, la recidiva in corso di trattamento, lo scompenso cardiaco e l’età maggiore di 65 anni. Fattori associati a una durata di trattamento ≤ 12 mesi sono risultati essere la presenza di neoplasia, di fattori di rischio transitori, di anemia e peso < 75 kg.
Nei pazienti con TEV secondario a neoplasia o a fattori di rischio transitori, nel corso del follow-up, gli eventi emorragici maggiori sono risultati più numerosi rispetto alle recidive di TEV. In tutti i sottogruppi sono risultati più frequenti i sanguinamenti fatali rispetto alle recidive di embolia polmonare fatale.
I dati dello studio confermano la necessità di un’accurata valutazione, basata anche sulle indicazioni fornite dalle linee guida riguardo la durata della terapia anticoagulante dopo un primo episodio di TEV. In alcuni pazienti (es. TEV secondari a fattori di rischio transitori) il rischio emorragico che accompagna tale terapia sembra infatti prevalere rispetto al rischio di nuovi eventi TEV nel lungo termine.
Fonte:
Duration of anticoagulation after venous thromboembolism in real world clinical practice.Ageno W, Samperiz A, Caballero R, Dentali F, Di Micco P, Prandoni P, Becattini C, Uresandi F, Verhamme P, Monreal M; RIETE investigators Thromb Res. 2015 Apr;135(4):666-72
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