Ultimo aggiornamento 07/11/2020 12:00
Mag 22, 2015 Chiara Civitelli Farmaci, Farmaci Cardiopatia ischemica, Farmaci Prevenzione secondaria, Novità Cardiopatia Ischemica, Novità dalla ricerca, Novità Homepage, Novità Prevenzione Secondaria Commenti disabilitati su Dopo stent con o senza infarto, doppia antiaggregazione (DAPT) per 12-30 mesi: pro e contro
Doppia terapia antiaggregante dopo stent: qual è la durata ottimale? A questa domanda hanno provato a rispondere gli autori dello studio DAPT (Dual Antiplatelet Therapy) nato per valutare i benefici e i rischi della doppia terapia antiaggregante condotta per 12 mesi versus 30, dopo procedura di rivascolarizzazione con stent (PCI, Percutaneous coronary intervention) in pazienti con o senza infarto miocardico acuto (IMA).
Gli outcome primari scelti in questo studio randomizzato in doppio cieco con placebo sono stati la trombosi dello stent e gli eventi avversi cardio e cerebro vascolari maggiori (MACCE), quali morte, infarto, ictus. Per la valutazione della sicurezza l’outcome scelto era rappresentato dai sanguinamenti moderati o gravi.
Degli 11.648 pazienti arruolati 3.576 (30,7%) avevano avuto un IMA prima della procedura. Sia nei soggetti con IMA sia in quelli senza IMA la terapia antiaggregante prolungata (30 mesi) con tienopiridine rispetto al placebo ha ridotto le trombosi di stent (gruppo IMA 0,5% vs. 1,9%, HR 0,27, p<0,001; gruppo senza IMA 0,4% vs. 1,1%, HR 0,33, p<0,001) e gli infarti miocardici (gruppo IMA 2,2% vs. 5,2%, HR 0,42, p<0.001; gruppo senza IMA 2,1% vs. 3,5%, HR 0,60, p<0.001), ma ha aumentato i sanguinamenti (gruppo IMA 1,9% vs. 0,8%, p=0,005; gruppo senza IMA 2,6% vs. 1,7%, p=0,007). La riduzione dei MACCE con terapia prolungata è risultata maggiore nei soggetti che si presentavano con IMA.
Una terapia antiaggregante oltre i 12 mesi porta con sé i vantaggi della riduzione di eventi trombotici (occlusione di stent e IMA), ma anche gli svantaggi di un aumentato rischio di sanguinamenti, a prescindere dal fatto che il paziente sia stato rivascolarizzato dopo IMA o meno. Attualmente non esistono evidenze tali per cui una terapia prolungata debba essere preferita a una standard di 12 mesi. Come sempre, la scelta deve tenere conto anche delle caratteristiche del singolo paziente (bilancio tra rischio trombotico ed emorragico, copatologie, etc.)
Fonte
Benefits and Risks of Extended Duration Dual Antiplatelet Therapy after PCI in Patients With and Without Acute Myocardial Infarction.Yeh RW, Kereiakes DJ, Steg PG, Windecker S, Rinaldi MJ, Gershlick AH, Cutlip DE, Cohen DJ, Tanguay JF, Jacobs A, Wiviott SD, Massaro JM, Iancu AC, Mauri L; DAPT Study Investigators J Am Coll Cardiol. 2015 Mar 5
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