Ultimo aggiornamento 07/11/2020 12:00
Mag 05, 2015 Chiara Civitelli Dispositivi, Dispositivi Dislipidemie, Dispositivi Prevenzione primaria, Dispositivi Vasculopatie, Novità Homepage Commenti disabilitati su Rischio cardiovascolare in asintomatici: cPB nuovo marker per ateroma
Studi recenti ritengono che la misura delle calcificazioni delle arterie coronarie (CAC) sia un marker più attendibile di previsione del rischio di eventi cardiovascolari rispetto ai marker indiretti di aterosclerosi. Partendo da questo presupposto, gli autori dello studio americano Biolmage hanno cercato di identificare dei marker di imaging ecografico in grado di predire eventi aterotrombotici a breve termine.
Lo studio prospettico ha arruolato una coorte di 5.808 soggetti (età media 69 anni, 56,5% donne) sottoposti a valutazione delle CAC e a studio ultrasonografico 3-D delle arterie carotidi. L’estensione delle eventuali lesioni aterosclerotiche é stata valutata mediante un indice numerico (cPB = carotid plaque burden) calcolato sommando l’area delle placche in entrambe le carotidi.
L’endpoint primario scelto dagli autori comprendeva eventi cardiovascolari maggiori tra cui morte per causa cardiovascolare, infarto del miocardio e ictus ischemico. L’obiettivo secondario comprendeva anche angina instabile, morte per qualsiasi causa, necessità di rivascolarizzazione coronarica.
Durante il follow-up (media di 2,7 anni) si sono verificati eventi cardiovascolari in 216 pazienti (4,2%), di cui 82 (1,5%) rientravano nell’endpoint primario. Rispetto ai soggetti che allo studio ultrasonografico non presentavano alcuna lesione aterosclerotica, nei pazienti con valori di cPB compresi nei tre terzili successivi è stato osservato un incremento crescente del rischio (HR = Hazard Ratio) di eventi cardiovascolari (HR 0,78 IC 95% 0,31-1,91; HR 1,45 IC 95% 0,67- 3,14; HR 2,36 IC 95% 1,13- 4,92). Risultati simili sono emersi dalla valutazione delle CAC rispetto agli eventi cardiovascolari
La riclassificazione del rischio cardiovascolare è migliorata significativamente sia con la misurazione del cPB che con quella delle CAC. Il tasso di eventi cardiovascolari maggiori è risultato più elevato per i valori più alti di cPB e CAC.
Sembra quindi che le tecniche di imaging possano essere un ulteriore utile strumento di valutazione del rischio cardiovascolare del paziente, laddove i marker indiretti tradizionali non sembrano essere più sufficienti (soprattutto per i soggetti a rischio basso e intermedio). Come sottolineato dagli autori dello studio, sarà importante fare anche una valutazione costo-efficacia prima di pensare di introdurre queste tecniche di valutazione tra quelle di routine.
Fonte:
Prevalence, Impact, and Predictive Value of Detecting Subclinical Coronary and Carotid Atherosclerosis in Asymptomatic Adults: The BioImage Study Baber U, Mehran R, Sartori S, Schoos MM, Sillesen H, Muntendam P, Garcia MJ, Gregson J, Pocock S, Falk E, Fuster V J Am Coll Cardiol. 2015 Mar 24;65: 1065-74
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