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Mag 20, 2015 Redazione Farmaci, Farmaci Miocarditi, Questioni Pratiche, Questioni pratiche - home, Questioni pratiche miocarditi Commenti disabilitati su Terapia della miocardite
Il trattamento della miocardite prevede sia una terapia non specifica mirata al trattamento delle manifestazioni cliniche dovute alla scompenso cardiaco e alle aritmie sia un’eventuale terapia specifica mirata alle cause della miocardite stessa (es. forma virale, batterica, autoimmune, etc.).
Terapia non specifica
• Paziente emodinamicamente instabile: il paziente con grave scompenso cardiaco deve essere ricoverato presso una terapia intensiva per l’applicazione di tutti i device più idonei per il supporto respiratorio e cardio-polmonare.
• Paziente emodinamicamente stabile: in caso di sospetta miocardite è raccomandato il ricovero ospedaliero con monitoraggio clinico fino alla diagnosi definitiva, poiché esiste il rischio di rapida evoluzione verso situazioni di emergenza (es. gravi aritmie, blocchi AV di grado elevato).
In caso di scompenso cardiaco i farmaci di possibile impiego comprendono diuretici, ACE inibitori, sartani e beta bloccanti; in caso di mancata risposta al trattamento possono essere considerati anche gli antagonisti dell’aldosterone.
Per il trattamento delle aritmie in caso di miocardite non esistono indicazioni specifiche, viene quindi suggerito di seguire le linee guida sul trattamento delle aritmie in generale. In caso di blocco AV completo potrebbe essere necessario il posizionamento di un pacing esterno temporaneo. L’indicazione all’eventuale impianto di ICD per trattare aritmie gravi (tachicardia e fibrillazione ventricolari) è controversa poiché spesso la miocardite guarisce completamente senza esiti.
Nella fase acuta della malattia c’è la raccomandazione all’astensione assoluta dall’attività fisica fino alla risoluzione della patologia. Tale limitazione, secondo gli esperti, dovrebbe protrarsi per almeno 6 mesi dall’esordio della malattia.
Terapia specifica
• Terapia antivirale: attualmente non esiste una terapia approvata per il trattamento degli enterovirus; il trattamento con acyclovir, ganciclovir e valacyclovir potrebbe essere considerato in caso d’ infezione da Herpes virus, anche se non è stata dimostrata la loro efficacia in caso di miocardite.
• Immunoglobuline(IG) ad alte dosi: attualmente, in assenza di studi randomizzati multicentrici, l’uso routinario di IG non viene raccomandato dagli esperti; la somministrazione endovenosa di IG potrebbe trovare spazio in caso di miocardite refrattaria alla terapia convenzionale per scompenso, sia nelle forme virali che autoimmnuni, soprattutto se mediate da anticorpi.
• Terapia immunosoppressiva: i farmaci studiati per il trattamento della miocardite comprendono steroidi, azatioprina, ciclosporina A, da soli o in combinazione tra loro. Le forme di miocardite più responsive a queste terapie sembrano essere quelle croniche non virali, quelle a cellule giganti e quelle su base autoimmune. La terapia immunosoppressiva può essere intrapresa solo dopo aver escluso infezioni virali attive tramite tecniche molecolari su campioni bioptici.
Follow-up
La miocardite può guarire senza lasciare esiti con recupero completo della funzionalità cardiaca. In alcuni casi può non risolversi, continuando in maniera subclinica fino allo sviluppo di una cardiomiopatia dilatativa. In alcune forme di miocardite possono anche verificarsi ricadute a distanza di anni dal primo episodio.
Nelle miocarditi con funzione ventricolare conservata e arterie coronarie non occluse il paziente potrebbe essere dimesso una volta che gli enzimi cardiaci risultino normalizzati e seguito con follow-up cardiologico non invasivo (valutazione clinica, ECG ed ecocardiografia) a lungo termine.
In caso di riscontro di elevazione degli enzimi cardiaci e/o disfunzione ventricolare dx o sx progressiva sarà utile un nuovo ricovero con probabile necessità di esecuzione della biopsia endomiocardica.
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