Ultimo aggiornamento 07/11/2020 12:00
Giu 26, 2015 Giuliana Maria Giambuzzi Farmaci, Farmaci Cardiopatia ischemica, Farmaci Prevenzione secondaria, Novità Cardiopatia Ischemica, Novità dalla ricerca, Novità Homepage, Novità Prevenzione Secondaria Commenti disabilitati su Dopo bypass, con o senza infarto, utili i beta (β) bloccanti
Recenti studi osservazionali hanno sollevato dubbi riguardo ai vantaggi della terapia con beta (β) bloccanti nei pazienti sottoposti a bypass coronarico (CABG) con senza infarto miocardico (MI, myocardial infarction). Inoltre, l’efficacia della terapia cronica con i farmaci beta (β) bloccanti nei pazienti CABG dopo dimissione ospedaliera è incerto.
Lo studio Efficacy of Chronic β-Blocker Therapy for Secondary Prevention on Long-Term Outcomes After Coronary Artery Bypass Grafting Surgery ha analizzato 5.926 pazienti sottoposti a CABG. La prevalenza e la coerenza dell’utilizzo di beta (β) bloccanti sono state determinate nei pazienti con e senza una precedente storia di infarto del miocardio (MI).
Tra i pazienti che hanno utilizzato continuativamente i farmaci beta (β) bloccanti dopo CABG: 1.280 (pari al 50.9% del campione) avevano un’anamnesi positiva per MI e 1.642 (paria al 48,1%) presentavano un’anamnesi negativa per IM.
Nel gruppo di pazienti con precedente MI, il rischio di morte per tutte le cause è risultata significativamente più elevata nei soggetti che avevano assunto i beta (β) bloccanti in modo non continuativo (HR, 1,96; 95% CI, 1,50-2,57), e nei soggetti che non avevano mai utilizzato i beta (β) bloccanti.
Nella coorte di soggetti con anamnesi negativa per MI, la HR per tutte le cause di morte era 1.70 (95% CI, 1,17-2,48) negli utenti che avevano assunto la terapia in maniera non continuativa e 1,23 (0,76-1,99) nei non utilizzatori. Nella coorte MI, la mortalità è stata maggiore per gli utenti che utilizzavano i beta (β) bloccanti in maniera non continuativa (HR, 2,14; 95% CI, 1,43-3,20) e per i non utilizzatori (1,59; 1,07-2,63).
In conclusione nei pazienti con o senza storia di infarto (MI) sottoposti a bypass (CABG), l’uso costante di beta (β) bloccanti è risultato essere associato a un minor rischio di mortalità a lungo termine e di eventi cardiovascolari.
Alla luce di questi risultati si dovrebbero sviluppare delle strategie per comprendere i motivi legati alla non aderenza terapeutica per i farmaci beta (β) bloccanti e migliorare l’aderenza del paziente a lungo termine.
Fonte:
Efficacy of Chronic β-Blocker Therapy for Secondary Prevention on Long-Term Outcomes After Coronary Artery Bypass Grafting Surgery. Circulation. 2015 Apr 23. pii: CIRCULATIONAHA.114.014209. [Epub ahead of print]
Foto. Today I forgot mu umbrella.Leonid Afremov
Questo contenuto è riservato agli utenti registrati appartenenti al settore sanitario: si prega di accedere utilizzando il form sottostante, oppure di compilare il form di registrazione. Dopo la registrazione, oltre ad avere accesso a tutti i contenuti del portale, riceverai aggiornamenti utili alla pratica clinica. Se non si ricordano i dati di accesso, cliccare qui
Set 26, 2019 1
Feb 05, 2019 Commenti disabilitati su Position paper dell’Heart Failure Association (ESC) sull’uso dei diuretici nello scompenso cardiaco acuto e cronico
Ago 30, 2018 Commenti disabilitati su Infarto. Risultati clinici migliori se le donne sono curate da medici dello stesso genere
Feb 28, 2018 0
Nov 07, 2020 Commenti disabilitati su Pneumopatia da COVID-19: il punto di vista del Medico Vascolare. “Position paper” patrocinato dalla SIDV e della SIMV
Ott 12, 2020 Commenti disabilitati su Pazienti con diabete tipo 2 a maggior rischio di demenza vascolare rispetto ad altre demenze
Ott 08, 2020 Commenti disabilitati su Studio EMPEROR-Reduced: il vantaggio di Empagliflozin rimane stabile sopra Sacubitril/Valsartan
Mag 27, 2020 Commenti disabilitati su L’idrossiclorochina è inefficace e dannosa nella cura del COVID-19