Ultimo aggiornamento 07/11/2020 12:00
Giu 16, 2015 Redazione Farmaci, Farmaci TVP-EP, Novità dalla ricerca, Novità Trombosi venosa profonda Commenti disabilitati su Le nuove frontiere nella gestione del paziente con trombosi venosa profonda ed embolia polmonare
In questi ultimi anni, in special modo nell’ultimo paio d’anni, stiamo assistendo veramente a una rivoluzione nel trattamento dei pazienti con trombosi venosa profonda (TVP) ed embolia polmonare (EP), che ricordo essere la terza malattia cardiovascolare per ordine di frequenza e la prima causa di morte in ospedale. Si tratta quindi di una situazione a cui i medici di medicina interna, ma tutti i medici ospedalieri e non ospedalieri, devono prestare molta, molta attenzione.
La terapia di questa importante malattia sta veramente cambiando.
L’avvento degli anticoagulanti diretti ha semplificato di molto il management di questi pazienti. Possiamo finalmente seguire i nostri pazienti con dei farmaci che ci permettono un dosaggio fisso, non più variabile da paziente a paziente e non variabile nello stesso paziente in funzione del tempo. Questi farmaci quindi superano i principali difetti del warfarin, che sicuramente è molto efficace ma ha dei problemi di gestione. C’è un’altra cosa importantissima da considerare. Come tutti sanno il warfarin è legato, come gli antagonisti della vitamina K (AVK), a un rischio di sanguinamento non trascurabile. Questi nuovi farmaci anche dal punto di vista del sanguinamento ci danno qualcosa in più perché sono associati a un più basso rischio di sanguinamento a livello generale, per i sanguinamenti maggiori e soprattutto a livello intracranico, particolarmente importante ai fini clinici.
In queste ultime settimane abbiamo visto finalmente in Italia anche l’approvazione del dabigatran per questo utilizzo. Dabigatran è già utilizzato da noi in moltissimi pazienti per la fibrillazione atriale. Chiaramente questa nuova indicazione ci permette un completamento terapeutico perchè è possible utilizzare lo stesso farmaco al medesimo dosaggio anche in pazienti con trombosi venosa profonda ed embolia polmonare. Il fatto che il farmaco sia stato sviluppato con diversi studi sia nell’ambito della fase acuta che nell’ambito del post-acuto – sia contro placebo, sia contro warfarin – ci dà una certa sicurezza della sua efficacia, maneggevolezza e, appunto, anche sicurezza nel lungo termine.
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