Ultimo aggiornamento 07/11/2020 12:00
Giu 09, 2015 Giuliana Maria Giambuzzi Novità dalla ricerca, Novità Homepage, Novità Prevenzione Primaria, Novità Scompenso cardiaco Commenti disabilitati su Parametri renali utili a una migliore classificazione del rischio cardiovascolare
L’utilità della velocità di filtrazione glomerulare stimata (eGFR) e dell’albuminuria per la previsione di eventi cardiovascolari (CV) è controversa.
Lo studio Estimated glomerular filtration rate and albuminuria for prediction of cardiovascular outcomes: a collaborative meta-analysis of individual participant data ha valutato l’utilizzo di questi due parametri in aggiunta ai fattori di rischio tradizionali per la previsione del rischio CV.
E’ stata effettuata una meta-analisi di dati relativi a 24 coorti di pazienti con anamnesi negativa per malattia CV. Sono stati seguiti con un follow-up mediano di 5 anni 637.315 soggetti.
Gli autori dello studio hanno quindi valutato la differenza statistica e il grado di miglioramento della previsione di eventi cardiovascolari (mortalità cardiovascolare e casi mortali e non mortali di malattia coronarica, ictus e scompenso cardiaco) attraverso la riclassificazione (utilizzo dell’eGFR, albuminuria: albumina-creatinina ratio (ACR) o proteinuria semi-quantitativa o entrambi) rispetto ai modelli tradizionali di previsione del rischio cardiovascolare (CV).
L’utilizzo dell’eGFR e ACR in aggiunta ai tradizionali fattori di rischio CV ha dimostrato di migliorare significativamente la previsione di eventi CV, ma il miglioramento è stato maggiore con l’utilizzo dell’ACR rispetto all’eGFR, più evidente per la mortalità cardiovascolare e scompenso cardiaco (IC) che per la malattia coronarica.
La valutazione della proteinuria-spot mediante Dipstick ha dimostrato di essere marker di rischio CV meno significativo rispetto all’ACR. Il miglioramento della previsione del rischio di eventi CV attraverso l’utilizzo dell’eGFR o dell’ACR è risultato particolarmente evidente nei soggetti affetti da diabete mellito o ipertensione arteriosa.
Nei soggetti con malattia renale cronica, la combinazione di eGFR e ACR per la discriminazione rischio in aggiunta agli altri fattori di rischio CV tradizionali singoli ha mostrato di essere maggiormente efficace nel predire gli eventi CV.
La valutazione dell’eGFR, della creatinina e dell’albuminuria dovrebbero essere presi in considerazione per la previsione del rischio cardiovascolare, in particolare quando questi parametri sono già valutati a scopo clinico o se il rischio di mortalità cardiovascolare e di IC sono elevati.
In popolazioni con malattia renale cronica, la valutazione simultanea dell’eGFR e dell’ACR potrebbe condurre ad una migliore classificazione del rischio CV. Questi sono, peraltro, parametri che in questi pazienti vanno valutati periodicamente per cui non è richiesto uno sforzo ulteriore in termini di impegno per il medico e di costi per la sanità.
Fonte:
Estimated glomerular filtration rate and albuminuria for prediction of cardiovascular outcomes: a collaborative meta-analysis of individual participant data. Kunihiro Matsushita, MD, Prof Josef Coresh, MDcorrespondenceemail, Yingying Sang, MS, Prof John Chalmers, MD, Caroline Fox, MD et al.Lancet Diabetes Endocrinol 2015; DOI: 10.1016/S2213-8587(15)00040-6.
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