Ultimo aggiornamento 07/11/2020 12:00
Giu 11, 2015 Gaetano D'Ambrosio News, Novità dalla ricerca, Novità Homepage, Novità Prevenzione Primaria 0
I pazienti con patologie mentali severe, quali schizofrenia e disturbo bipolare, hanno una mortalità due o tre volte più elevata della popolazione generale, in gran parte attribuibile a patologie somatiche e, in particolare, cardiovascolari. Questi pazienti, quindi, rappresentano un campo di intervento particolarmente rilevante per la medicina preventiva ma in larga misura inesplorato.
Allo scopo di verificare in quale misura sia attuato, negli Stati Uniti, lo screening dei fattori di rischio cardiovascolare nella popolazione psichiatrica é stata effettuata una revisione della letteratura relativa agli studi osservazionali, effettuati tra il 2000 ed il 2013, che avessero valutato, in un contesto non sperimentale, le modalità di screening tra i pazienti con patologia mentale severa di: sovrappeso / obesità, diabete mellito, dislipidemia, ipertensione, abitudine al fumo. Sono stati esclusi, quindi, gli studi randomizzati e altri studi di intervento che avessero la finalità di migliorare l’attuazione delle procedure di screening.
Sulla base della analisi dei risultati di 10 studi si é potuta documentare una grande eterogeneità nella frequenza delle procedure di screening. Mentre la valutazione del peso corporeo e della pressione arteriosa era effettuata con frequenze elevate (tra il 70 e il 90%) paragonabili o superiori a quelle della popolazione generale, lo screening del diabete e delle dislipidemie presentava frequenze estremamente variabili e spesso molto inferiori a quelle della popolazione generale.
Gli autori concludono che vi é un notevole margine di miglioramento nelle procedure di valutazione del rischio cardiovascolare nei pazienti psichiatrici che potrebbero giovarsi della definizione di specifici protocolli di screening da attuarsi al momento della diagnosi di malattia mentale.
Non é possibile trasferire integralmente questi risultati alla realtà italiana, tuttavia lo studio ha il merito di attirare la nostra attenzione su di un aspetto spesso trascurato della gestione dei pazienti psichiatrici i quali presentano generalmente un rischio cardiovascolare elevato a causa di stili di vita inadeguati (sedentarietà, alimentazione eccessiva, fumo) difficilmente modificabili e dell’effetto obesiogeno dei farmaci antipsicotici.
Se la gestione della terapia antipsicotica é generalmente demandata allo psichiatra, la valutazione periodica del profilo di rischio cardiovascolare ed i conseguenti, possibili interventi, rappresentano un impegno specifico del Medico di Medicina Generale.
Fonte:
Screening for cardiovascular risk factors in adults with serious mental illness: a review of the evidenceBMC Psychiatry. 2015 Mar 21;15:55
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