Ultimo aggiornamento 07/11/2020 12:00
Lug 12, 2015 Giuliana Maria Giambuzzi Farmaci, Farmaci Cardiopatia ischemica, Farmaci Prevenzione primaria, Farmaci Prevenzione secondaria, Novità Cardiopatia Ischemica, Novità dalla ricerca, Novità Homepage, Novità Prevenzione Primaria, Novità Prevenzione Secondaria Commenti disabilitati su Gli antiacidi (PPI) possono aumentare il rischio di infarto
L’assunzione di inibitori di pompa protonica (PPI, Proton pump inhibitor) è stata associata a un aumentato rischio di infarto acuto del miocardio nei pazienti che assumono clopidogrel in prevenzione secondaria poiché la co-somministrazione di queste due molecole riduce l’effetto antiaggregante del clopidogrel.
I risultati pre-clinici di un recente studio indicano che questo rischio di infarto possa estendersi anche a soggetti che non fanno uso del clopidogrel.
Utilizzando un nuovo approccio per l’estrazione di dati clinici per la farmacovigilanza che si avvale di molteplici fonti, gli autori dello studio Proton Pump Inhibitor Usage and the Risk of Myocardial Infarction in the General Population hanno analizzato oltre 16 milioni di documenti clinici relativi a 2,9 milioni di persone per verificare se l’uso di PPI è associato a un più elevato rischio cardiovascolare nella popolazione generale.
Dai dati è emerso che i pazienti che assumono la terapia con PPI per la malattia da reflusso gastroesofageo (GERD) presentano una probabilità di sviluppare un infarto del miocardio più grande di 1.16 volte (95% CI 1,09-1,24). Utilizzando i dati di una coorte prospettica, é stato documentato un rischio di mortalità cardiovascolare doppio negli utilizzatori di PPI, indipendentemente dall’uso di clopidogrel.
I meccanismi della associazione tra PPI e rischio cardiovascolare non sono chiari. L’ipotesi che la riduzione dell’acidità gastrica possa inibire l’assorbimento di vari farmaci utilizzati per ridurre il rischio cardiovascolare sembra esclusa dalla osservazione che analoghi risultati non si osservano nei pazienti con GERD trattati con H2 antagonisti. Gli autori ipotizzano, sulla base di studi precedenti, che gli IPP possano interferire con attività enzimatiche correlate alla sintesi dell’ossido nitrico.
La natura prevalentemente osservazionale dello studio non consente di trarre conclusioni definitive sul rapporto tra uso di PPI ed aumento del rischio cardiovascolare (infarto)per confermare il quale sarebbero necessari studi prospettici randomizzati disegnati ad hoc.
Tuttavia i risultati di questo studio, insieme ad altri segnali di allarme ( si veda ad esempio lo studio Reported Side Effects and Complications of Long-term Proton Pump Inhibitor Use) ci inducono a razionalizzare la prescrizione dei PPI a fronte di un utilizzo che, invece, tende a divenire sempre più esteso, soprattutto con finalità “gastroprotettive”.
Ricordiamo che sotto il profilo delle interazioni farmacologiche le molecole più sicure sono il pantoprazolo e il rabeprazolo e che i rischi di effetti collaterali aumentano rapidamente all’aumentare dell’età del paziente e del numero di farmaci assunti.
Il Ministero della Salute concede la rimborsabilità dei PPI per il trattamento della malattia da reflusso gastro-esofageo (GERD), dell’ulcera gastrica e duodenale e per l’eradicazione dell’H.Pylori in corso di ulcera peptica (Nota AIFA N°48).
La prevenzione del danno gastrico é rimborsata solo per trattamenti a lungo termine con FANS, compresa l’aspirina (ASA, acido acetilsalicilico) a basse dosi, e in presenza di altri fattori di rischio emorragici mentre non lo é per il trattamenti in acuto, terapie cortisoniche non associate a FANS, come generica “copertura gastrica” nei pazienti che assumono contemporaneamente molti farmaci (Nota AIFA N°1).
Indipendentemente dalla rimborsabilità, l’utilizzo di PPI a scopo preventivo in pazienti che non assumono cronicamente FANS é da considerarsi off label perché non compreso tra le indicazioni autorizzate per questi farmaci.
Fonte:
Proton Pump Inhibitor Usage and the Risk of Myocardial Infarction in the General Population. Shah NH, LePendu P, Bauer-Mehren A, Ghebremariam YT, Iyer SV, Marcus J, Nead KT, Cooke JP, Leeper NJ.PLoS One. 2015 Jun 10;10(6):e0124653. doi: 10.1371/journal.pone.0124653. eCollection 2015.
Questo contenuto è riservato agli utenti registrati appartenenti al settore sanitario: si prega di accedere utilizzando il form sottostante, oppure di compilare il form di registrazione. Dopo la registrazione, oltre ad avere accesso a tutti i contenuti del portale, riceverai aggiornamenti utili alla pratica clinica. Se non si ricordano i dati di accesso, cliccare qui
Apr 28, 2020 1
Mar 30, 2020 Commenti disabilitati su Aspirina: vecchie e nuove applicazioni
Gen 28, 2020 Commenti disabilitati su Ticagrelor in combinazione con aspirina dimostra una significativa riduzione del tasso di ictus
Ott 17, 2019 1
Nov 07, 2020 Commenti disabilitati su Pneumopatia da COVID-19: il punto di vista del Medico Vascolare. “Position paper” patrocinato dalla SIDV e della SIMV
Ott 12, 2020 Commenti disabilitati su Pazienti con diabete tipo 2 a maggior rischio di demenza vascolare rispetto ad altre demenze
Ott 08, 2020 Commenti disabilitati su Studio EMPEROR-Reduced: il vantaggio di Empagliflozin rimane stabile sopra Sacubitril/Valsartan
Mag 27, 2020 Commenti disabilitati su L’idrossiclorochina è inefficace e dannosa nella cura del COVID-19