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Obesità e fibrillazione: migliorare la capacità cardiorespiratoria previene le ricorrenze

Lug 30, 2015 Alice Monti News, Novità Aritmie, Novità dalla ricerca, Novità Fibrillazione Atriale, Novità Homepage 0


obesità fibrillazione cardiopolmonare respiro cardiotoolLa capacità cardiorespiratoria è predittiva delle ricorrenze di fibrillazione in pazienti obesi: un suo miglioramento incrementa gli effetti della perdita di peso.

L’obesità è notoriamente collegata alla fibrillazione atriale ed è noto come un aumento della capacità cardiorespiratoria sia protettivo nei confronti dell’insorgenza di fibrillazione (FA) nelle persone obese. Un recente studio si è riproposto di valutare l’impatto della capacità cardiorespiratoria sulle ricorrenze di FA.

Sono stati valutati 1.415 pazienti con fibrillazione. A 825 di loro, con indice di massa corporea BMI≥27kg/m2, è stato proposto un piano di esercizio personalizzato e un programma di controllo dei fattori di rischio. In totale sono stati inclusi nello studio 308 pazienti ai quali è stato fatto eseguire uno stress test per determinare i METs (unità di equivalente metabolico che viene utilizzato per stimare il costo metabolico di una attività fisica).
Per individuare una dose-risposta, la capacità cardiorespiratoria di ogni paziente è stata classificata in bassa (<85%), adeguata (86-10%), elevata (100%). Il guadagno di capacità respiratoria è stato accertato al follow up finale (≥2 METs versus <2 METs). Per il monitoraggio del ritmo è stato utilizzato un holter di 7 giorni e un questionario.

La sopravvivenza libera da aritmia, con e senza strategie di controllo del ritmo, si è rivelata costantemente maggiore in pazienti con capacità cardiorespiratoria elevata rispetto a quelli con capacità adeguata o bassa (p<0.001 per entrambi).
Il peso della fibrillazione e la severità dei sintomi a essa associati si sono drasticamente ridotti nel gruppo di pazienti con guadagno di capacità respiratoria di ≥2 METs rispetto all’altro gruppo (p<0.001 per entrambe).

Da un’analisi multivariata è emerso che il livello di capacità cardiorespiratoria di base, il guadagno di capacità e la perdita di peso sono tre fattori predittivi indipendenti di outcome.

Gli autori concludono che, non solo la capacità cardiorespiratoria è predittiva delle ricorrenze di fibrillazione in pazienti obesi ma un miglioramento della capacità cardiorespiratoria incrementa gli effetti della perdita di peso.

Fonte:
Impact of CARDIOrespiratory FITness on Arrhythmia Recurrence in Obese Individuals with Atrial Fibrillation: The CARDIO-FIT Study. Rajeev K. Pathak, MBBS; Adrian Elliott, PhD; Melissa E. Middeldorp; Megan Meredith et al. J Am Coll Cardiol. 2015;():. doi:10.1016/j.jacc.2015.06.488


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Ipertensione stabile da Camice Bianco: alti valori di pressione e prognosi negativa Ictus nel paziente con fibrillazione atriale. Tempistica ideale per terapia anticoagulante

Alice Monti

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