Ultimo aggiornamento 07/11/2020 12:00
Lug 09, 2015 Gaetano D'Ambrosio Farmaci, Farmaci diabete, Farmaci Prevenzione secondaria, Novità dalla ricerca, Novità Diabete, Novità Homepage, Novità Prevenzione Secondaria 2
Mentre é ben stabilito che il controllo della glicemia nel paziente diabetico riduce il rischio di complicanze microvascolari, sono stati sollevati dubbi circa la possibilità che i farmaci per il diabete possano aumentare il rischio di eventi cardiovascolari o di scompenso cardiaco.
Gli autori dello studio Effect of Sitagliptin on Cardiovascular Outcomes in Type 2 Diabetes, recentemente presentato al congresso dell’American Diabetes Association, hanno per questo voluto verificare gli effetti cardiovascolari del sitagliptin, un farmaco appartenente alla classe degli inibitori della dipeptidyl peptidasi 4 (DPP4-i).
Nello studio, pubblicato nel New England Journal of Medicine, sono stati arruolati 1.4671 pazienti con diabete e di età superiore a 50 anni con valori di emoglobina glicata compresi tra 6.5 e 8.0%, in trattamento stabilizzato con uno o due antidiabetici orali (metformina, pioglitazoneo sulfanilurea) o con insulina (con o senza metformina) ed affetti da malattia cardiovascolare ischemica pregressa in fase di stabilità clinica.
I pazienti sono stati randomizzati a ricevere, in doppio cieco, sitagliptin 100 mg (50 mg se eGRF < 50 ml/min) o placebo in aggiunta alla terapia antidiabetica convenzionale somministrata in aperto.
Lo studio é stato disegnato per evidenziare la non inferiorità di sitagliptin rispetto al placebo avendo come outcome primario il primo evento di infarto miocardico non fatale, ictus non fatale, ricovero per angina instabile, morte cardiovascolare. Dopo un followup mediano di 3.0 anni si sono verificati 839 eventi nel gruppo trattato con sitagliptin e 851 nel gruppo trattato con placebo.
Questo risultato conferma la non-inferiorità del sitagliptin rispetto al placebo (P<0,001). Non si sono osservate differenze significative tra i due gruppi per quanto riguarda l’incidenza di ricovero per scompenso e di pancreatite o cancro pancreatico.
Nel gruppo trattato con sitagliptin si é osservato un livello medio di emoglobina glicata inferiore di 0.29 punti percentuali ed un uso minore di altri farmaci antidiabetici.
Gli autori concludono che aggiungere il sitagliptin alla terapia per il diabete abituale non comporta un rischio aumentato di eventi cardiovascolari, scompenso cardiaco od altri eventi avversi anche in pazienti a rischio cardiovascolare elevato.
Il sitagliptin si conferma, quindi, come un farmaco efficace e maneggevole e per questo appare paradossale che, ancora oggi, a di stanza di molti anni dalla sua introduzione nel prontuario terapeutico, in Italia il suo utilizzo sia limitato dalla necessità di formulare un piano terapeutico e che la prima prescrizione sia concessa esclusivamente allo specialista.
Fonte:
Effect of Sitagliptin on Cardiovascular Outcomes in Type 2 Diabetes.Jennifer B. Green, M.D., M. Angelyn Bethel, M.D., Paul W. Armstrong, M.D., John B. Buse, M.D., Ph.D., Samuel S. et al.N Engl J Med. 2015 Jun 8. [Epub ahead of print]
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