Ultimo aggiornamento 07/11/2020 12:00
Ago 24, 2015 Redazione Dispositivi, Dispositivi Fibrillazione atriale, Questioni Pratiche, Questioni Pratiche - Fibrillazione Atriale 3
Riconoscere la fibrillazione atriale (FA) con l’ECG non é difficile e può essere molto utile per il Medico di Medicina Generale, soprattutto se dispone di un elettrocardiografo. L’aritmia, infatti, é molto frequente, talora asintomatica. Può essere riconosciuta e documentata perché il paziente accusa palpitazioni o, in modo opportunistico, durante una visita effettuata per altri motivi.
La caratteristica fondamentale della FA é rappresentata dal ritmo totalmente irregolare dei complessi ventricolari (QRS).
Questo fenomeno, che rende l’aritmia generalmente riconoscibile anche alla palpazione del polso radiale o alla auscultazione dei toni cardiaci e dei toni di Korotkoff, é dovuto alla presenza di una attività elettrica atriale ad alta frequenza, molto irregolare e caotica, che determina una sostanziale paralisi del miocardio atriale. Questa attività elettrica, filtrata dal nodo AV, si trasmette ai ventricoli in modo irregolare e causa la tipica variabilità della durata del ciclo cardiaco.
L’attività elettrica atriale si manifesta all’ECG con una serie ininterrotta di piccole onde irregolari ad alta frequenza (onde f) che rendono irriconoscibile la linea di base. Non sono più presenti le tipiche onde P che, nel ritmo sinusale, precedono regolarmente i complessi QRS ad un intervallo costante (Intervallo PR) e con morfologia regolare.
La frequenza dei complessi QRS e, quindi, dei toni cardiaci, del polso radiale e dei toni di Korotkoff, é spesso elevata, talora molto elevata, come in presenza di tireotossicosi o di vie di conduzione anomale. In alcuni casi, però, può essere normale o bassa in funzione delle condizioni della giunzione atrio-ventricolare o dell’effetto dei farmaci assunti dal paziente.
In presenza di Fibrillazione atriale si può calcolare una frequenza cardiaca media contando il numero di complessi QRS in un arco temporale sufficientemente lungo da rappresentare tutta la variabilità del ritmo. In questo caso abbiamo 9 battiti in 5 secondi che corrispondono a 9 x 12 = 108 battiti al minuto.
La morfologia del QRS generalmente rimane identica a quella presentata in ritmo sinusale, come nel caso rappresentato dai due tracciati seguenti, registrati allo stesso paziente in momenti diversi. Si rilevano
chiaramente l’irregolarità della successione temporale dei complessi QRS e la scomparsa delle onde P.
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