Ultimo aggiornamento 07/11/2020 12:00
Ago 24, 2015 Giuliana Maria Giambuzzi Novità dalla ricerca, Novità Homepage, Novità Ictus Tia, Novità Prevenzione Primaria Commenti disabilitati su Il deficit cognitivo dopo ictus evolve rapidamente
Il danno cerebrale è una delle principali cause di disabilità secondaria a ictus. L’entità del recupero delle facoltà cognitive dopo uno stroke è incerto.
Per misurare il deterioramento cognitivo tra i sopravvissuti a ictus gli autori dello studio prospettico Trajectory of Cognitive Decline After Incident Stroke hanno analizzato i dati relativi a 23.572 soggetti americani di età > 45 anni dello studio REGARDS (REasons for Geographic and Racial Differences in Stroke) con anamnesi negativa per ictus e senza deficit cognitivi di base.
Nel corso di un follow-up mediano di 6,1 anni (range interquartile, 5,0-7,1 anni), 515 partecipanti sono sopravvissuti a ictus e 23.057 non hanno presentato alcun evento ischemico acuto.
I soggetti con stroke, rispetto a quelli sani, mostravano un declino cognitivo più rapido e un peggioramento delle funzioni esecutive, ma nessuna alterazione della capacità di apprendimento e della memoria di richiamo.
Tra i sopravvissuti all’evento ischemico acuto, il rischio di deterioramento cognitivo, non differiva in modo statisticamente significativo rispetto a quello pre-ictus; tuttavia, vi era un più rapido deterioramento cognitivo post-ictus rispetto al tasso pre-ictus (odds ratio, 1,23 per l’anno [95% CI, 1,10-1,38]; P <.001).
L’ictus acuto era quindi associato a un declino grave della funzione cognitiva e a un deterioramento cognitivo più rapido e persistente oltre i 6 anni.
Questi risultati sottolineano l’importanza della prevenzione primaria e secondaria dell’ictus, da attuare attraverso le strategie di prevenzione del rischio cardiovascolare e del tromboembolismo sistemico.
In particolare ricordiamo che i pazienti affetti da fibrillazione atriale hanno un rischio di sviluppare ictus 5 volte maggiore rispetto ai pazienti in ritmo sinusale pertanto la stratificazione del rischio tromboembolico mediante punteggio CHA2DS2-VASc è indispensabile per individuare i pazienti meritevoli della profilassi antitrombotica con anticoagulante orale.
Nei pazienti con stenosi carotidea l’endoarteriectomia carotidea per la prevenzione dell’ictus è indicata solo nella stenosi sintomatica > 70% o nel caso di stenosi compresa fra il 50% e il 69% nei pazienti definiti a più alto rischio come pazienti con ischemia recente, con sintomi cerebrali, con placca ulcerata, di età avanzata, di sesso maschile, diabetici, mentre in caso di stenosi carotidea sintomatica di entità inferiore al 50% l’endoarteriectomia non è indicata.
Fonte:
Trajectory of Cognitive Decline After Incident Stroke. JAMA. 2015 Jul 7;314(1):41-51. doi: 10.1001/jama.2015.6968
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