Ultimo aggiornamento 07/11/2020 12:00
Ago 18, 2015 Gaetano D'Ambrosio Farmaci, Farmaci Prevenzione primaria, News, Novità dalla ricerca, Novità Homepage, Novità Prevenzione Primaria 0
I disturbi dell’umore negli adolescenti costituiscono un importante fattore di rischio cardiovascolare. Questa affermazione viene ribadita nel documento della American Heart Association che riporta i risultati di recenti ricerche secondo le quali il disturbo depressivo maggiore ed il disturbo bipolare determinano nell’adolescente un profilo di rischio cardiovascolare “moderato” cui corrisponde un processo aterosclerotico accelerato documentabile prima dell’età di 30 anni.
In presenza di tali disturbi, il medico che ha in cura l’adolescente dovrebbe monitorare strettamente tutti i fattori di rischio cardiovascolare ed eventualmente intervenire su di essi.
Il problema non é privo di rilievo epidemiologico. Gli autori, infatti, affermano che la depressione maggiore ed il disturbo bipolare colpiscono più del 10% della popolazione giovanile negli Stati Uniti.
I meccanismi per cui i disturbi dell’umore possono influire sull’aterosclerosi non sono ben noti. Gli autori citano lo stato infiammatorio, lo stress ossidativo e la disfunzione autonomica tra quelli supportati dalle maggiori evidenze scientifiche. Possono influire anche fattori ambientali e comportamentali quali maltrattamenti, disturbi del sonno, malnutrizione, uso di tabacco e di altre sostanze, anche se tali fattori non spiegherebbero del tutto la relazione tra rischio cardiovascolare e disturbi dell’umore.
Una terza componente é rappresentata dai farmaci utilizzati nel trattamento dei disturbi psichici. Gli antidepressivi (soprattutto gli SSRI) e gli stabilizzatori dell’umore (soprattutto gli antipsicotici di seconda generazione) possono causare aumento di peso e alterare vari parametri metabolici ,ma si ritiene che l’associazione tra disturbi dell’umore e rischio cardiovascolare sia comunque indipendente dall’uso di questi farmaci.
La pubblicazione di questo articolo richiama l’attenzione del medico di famiglia e del pediatra sulla problematica, spesso sottovalutata, della prevenzione cardiovascolare in età adolescenziale. E’ noto, infatti, che il processo aterosclerotico inizia nell’infanzia e progredisce con variabile progressività in funzione della presenza e della intensità dei vari fattori di rischio. Per la maggior parte degli adolescenti, fortunatamente, il coinvolgimento vascolare é minimo, la progressione é lenta ed é sufficiente un approccio preventivo basato sulla adozione di corretti stili di vita.
Esistono, tuttavia, condizioni patologiche che espongono i giovani al rischio di sviluppare un processo aterosclerotico accelerato o, in alcuni casi, di subire precocemente danni vascolari clinicamente manifesti.
Un documento dell’American Heart Association del 2006 ne elenca 8: 1) ipercolesterolemia familiare; 2) diabete mellito tipo 1 e tipo 2; 3) malattia renale cronica; 4) trapianto cardiaco; 5) malattia di Kawasaki, 6) cardiopatie congenite; 7) malattie infiammatorie croniche; 8) neoplasie dell’infanzia.
Un documento più recente fornisce indicazioni su come identificare e controllare i fattori di rischio cardiovascolare nell’età dell’infanzia e dell’adolescenza e in particolare raccomanda uno screening universale delle dislipidemie all’età di 9-11 anni e poi tra 17 e 21 anni.
La gestione del rischio cardiovascolare in età giovanile é una problematica di non facile approccio, in relazione anche alle limitate evidenze scientifiche disponibili, con la quale però, pediatri e medici di famiglia devono frequentemente confrontarsi.
Fonte
Major Depressive Disorder and Bipolar Disorder Predispose Youth to Accelerated Atherosclerosis and Early Cardiovascular Disease
A Scientific Statement From the American Heart Association. Circulation. 2015;132:000-000. DOI: 10.1161/CIR.0000000000000229
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