Ultimo aggiornamento 07/11/2020 12:00
Ago 24, 2015 Redazione News, Novità Cardiopatia Ischemica, Novità dalla ricerca, Novità Homepage, Novità Ictus Tia, Novità Prevenzione Primaria 0
I lavoratori indefessi (workholic) sono avvisati: hanno un rischio cardiovascolare di ictus e infato più alto rispetto a coloro che lavorano 40 ore alla settimana. Lo afferma una metanalisi internazionale su 25 studi da 24 coorti in Europa, USA e Australia che ha interessato oltre 600 mila persone.
I dati rivelano che il rischio di ictus è maggiore in coloro che hanno giornate lavorative più lunghe, mentre l’associazione con la malattia coronarica (quindi infarto) è meno netta.
Delle 528.908 persone libere da ictus all’inizio dei 17 studi analizzati, 1.722 sono state colpite da stroke durante i 7,2 anni di osservazione (follow-up). Rispetto a coloro che lavoravano per il tempo standard di 35 – 40 ore la settimana, il rischio di ictus è aumentato del 10 % per gli uomini e le donne che lavorano 41 – 48 ore, del 27 % per 49 -54 ore e del 33% per più di 55 ore.
I ricercatori hanno rilevato che dei 603.838 lavoratori senza storia di malattia coronarica, 4.768 hanno avuto un attacco di cuore o altri eventi coronarici negli 8,1 anni di follow up. L’analisi ha mostrato che coloro che hanno lavorato almeno 55 ore hanno avuto il 13% per cento in più delle probabilità di avere un problema cardiaco.
Non è chiaro il legame causa-effetto tra ore lavorate e ictus: gli autori ritengono che il troppo lavoro sia un fattore che aumenta i comportamenti a rischio, quali maggior sedentarietà, maggior propensione all’abuso di bevande alcoliche e aumento dello stress per esposizione a trigger costanti.
Questi risultati suggeriscono che dovrebbe essere data maggiore attenzione alla gestione dei fattori di rischio cardiovascolare in individui che hanno giornate di lavoro con più ore dello standard.
Fonte
Long working hours and risk of coronary heart disease and stroke: a systematic review and meta-analysis of published and unpublished data for 603 838 individuals. Mika Kivimäki, Markus Jokela, Solja T Nyberg, Archana Singh-Manoux, Eleonor I Fransson, Lars Alfredsson, Jakob B Bjorner et al.The Lancet Published Online:19 August 2015
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