Ultimo aggiornamento 07/11/2020 12:00
Set 18, 2015 Redazione Farmaci, Farmaci diabete, Farmaci Prevenzione primaria, Novità dalla ricerca, Novità Diabete, Novità Homepage, Novità Prevenzione Primaria Commenti disabilitati su Diabete. Empagliflozin riduce del 38% il rischio di morte cardiovascolare
Novità nella prevenzione cardiovascolare in pazienti con diabete. Empagliflozin riduce significativamente (del 38%) il rischio di morte cardiovascolare, infarto miocardico non fatale o ictus non fatale, rispetto al placebo, quando aggiunto a standard di cura nei pazienti con diabete di tipo 2 ad alto rischio di eventi cardiovascolari. Sono questi i risultati dello studio presentato al congresso dell’Associazione Europea per lo Studio del Diabete (EASD, European Association for the Study of Diabetes) che si tiene quest’anno tra il 14 e il 18 settembre a Stoccolma. Empagliflozin, l’inibitore SGLT-2, noto con il nome commerciale di Jardiance e prodotto da Eli Lilly e Boehringer Ingelheim è stato associato a un rischio inferiore di mortalità per tutte le cause e ospedalizzazione per scompenso cardiaco.
Nello studio EMPA-REG OUTCOME, per il quale i risultati top-line sono stati annunciati lo scorso mese di agosto, 7.020 pazienti con diabete di tipo 2 ad alto rischio di complicanze cardiovascolari sono stati randomizzati a una delle due dosi giornaliere (10 mg or 25 mg) di empagliflozin o placebo, entrambi in associazione con standard di cura. L’endpoint primario composto era rappresentato da morte per cause cardiovascolari, infarto miocardico non fatale, o ictus non fatale, mentre l’endpoint composto secondario era l’outcome primario più ospedalizzazione per angina instabile.
I risultati dopo un follow-up di circa tre anni mostrano che i pazienti in terapia con Jardiance hanno avuto un tasso inferiore del 14% di morte cardiovascolare e infarto o ictus non fatali, rispetto al placebo. In particolare, empagliflozin è stato associato a un significativo tasso del 38% più basso per morte per cause cardiovascolari. I pazienti trattati con Jardiance avevano anche il 35% in meno di rischio di ricoveri per scompenso cardiaco e il 32% in meno di morte per ogni causa.
Lo studio EMPA-REG OUTCOMES è stato condotto per soddisfare la richiesta delle agenzie regolatorie del farmaco per verificare la sicurezza degli ipoglicemizzanti nel non aumentare il rischio cardiovascolare. Nel 2013 è stato dimostrato che gli inibitori DPP-4 non aumentano il rischio di infarto miocardico, ma potevano aumentare il rischio di ospedalizzazione per scompenso cardiaco. All’inizio di quest’anno lo studio TECOS su sitagliptin, inibitore DPP-4 di Merck & Co. noto come Januvia, ha mostrato che il farmaco non aumenta il rischio di eventi cardiovascolari maggiori, rispetto al placebo.
Empagliflozin è un inibitore del co-trasportatore sodio-glucosio di tipo 2 (SGLT2) orale, altamente selettivo, in monosomministrazione giornaliera, approvato in Europa, Stati Uniti e altri Paesi del mondo come terapia per adulti con diabete di tipo 2. il farmaco riduce la glicemia in soggetti con diabete di tipo 2, inibendo il riassorbimento renale del glucosio, con conseguente eliminazione del glucosio nelle urine. L’inibizione del co-trasportatore sodio-glucosio di tipo 2 agisce indipendentemente dalla funzionalità delle cellule beta pancreatiche e dalle vie dell’insulina. Empagliflozin non va assunto da pazienti con diabete di tipo 1, né come trattamento della chetoacidosi diabetica (aumento dei chetoni nel sangue o nelle urine).
E’ la prima volta che un singolo farmaco per la cura del diabete è stato associato a una riduzione della mortalità. La malattia cardiovascolare è la principale causa di morte nei pazienti con diabete.
Fonte
Empagliflozin, Cardiovascular Outcomes, and Mortality in Type 2 Diabetes. Bernard Zinman, M.D., Christoph Wanner, M.D., John M. Lachin, Sc.D., David Fitchett, M.D., Erich Bluhmki, Ph.D., Stefan Hantel, Ph.D., Michaela Mattheus, Dipl. Biomath., Theresa Devins, Dr.P.H., Odd Erik Johansen, M.D., Ph.D., Hans J. Woerle, M.D., Uli C. Broedl, M.D., and Silvio E. Inzucchi, M.D. for the EMPA-REG OUTCOME Investigators.September 17, 2015DOI: 10.1056/NEJMoa1504720Fonte
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