Ultimo aggiornamento 07/11/2020 12:00
La vera prevenzione si fa da piccoli, anche per il cuore. Diversi studi suggeriscono che le malattie cardiovascolari e metaboliche siano influenzate dallo stress. Recentemente è stato suggerito che le malattie cardiometaboliche (ipercolesterolemia, diabete, obesità), che sono fattori di rischio cardiovascoalre (infarto, ictus…) abbiano origine a partire dall’infanzia.
Ma il disagio psicologico insorto precocemente nella vita può davvero incidere sullo sviluppo della malattie cardiovascolari?
Lo studioPsychological Distress Across the Life Course and Cardiometabolic Risk Findings From the 1958 British Birth Cohort Study ha cercato rispondere a questa domanda. Gli autori hanno analizzato un campione di 6.714 soggetti nati nel 1958 sui quali sono state eseguite diverse misurazioni dello stress psicologico durante l’età infantile ed è stato effettuato uno studio biomedico all’età di 45 anni.
Il rischio cardiometabolico è stato valutato attraverso la rilevazione di 9 biomarkers di funzionalità del sistema immunitario, cardiovascolare e metabolico.
Sono quindi stati valutati le associazioni tra rischio e rischio cardiometabolico nei vari gruppi costituiti da soggetti che non avevano mai sperimentato uno stato di angoscia durante la loro vita, persone che avevano subito un disagio psicologico durante l’infanzia, solo in età adulta e durante tutto il corso della vita..
I dati mostrano che lo stress psicologico nel corso della vita è associato a un rischio cardiometabolico e quindi cardiovascolare più elevato. Questo è il primo studio a suggerire che anche se lo stress si interrompe in età adulta, il rischio di sviluppare malattie cardiometaboliche rimane elevato, quando si sperimenta un disagio psicologico da bambini.
Gli interventi di prevenzione dovrebbero iniziare già a partire dalla prima infanzia, per essere efficaci per prevenire malattie del sistema cardiovasccolare.
Fonte:
Psychological Distress Across the Life Course and Cardiometabolic Risk.Findings From the 1958 British Birth Cohort Study. J Am Coll Cardiol. 2015;66(14):1577-1586. dos:10.1016/j.jacc.2015.08.021
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