Ultimo aggiornamento 07/11/2020 12:00
Nov 27, 2015 Gaetano D'Ambrosio Farmaci, Farmaci Ipertensione, Novità dalla ricerca, Novità Homepage, Novità Ipertensione Commenti disabilitati su Pressione sotto i 120 mmHg: molti i benefici. Studio SPRINT
I risultati dello studio SPRINT, che ha documentato i benefici clinici derivanti dall’obiettivo di portare al di sotto di 120 mmHg i valori di pressione sistolica negli ipertesi, già anticipati alla stampa sono stati recentemente pubblicati sul Lancet.
Il trial ha confrontato, con un disegno randomizzato, controllato, in aperto, due diversi target di pressione: 140 e 120 mmHg di sistolica, in un campione di 9.361 pazienti, di età superiore a 50 anni, con valori di sistolica al basale compresi tra 130 e 180 mmHg, a rischio cardiovascolare aumentato, esenti da diabete mellito o da pregresso ictus. L’outcome primario era costituito da infarto miocardico, altre sindromi coronariche acute, ictus, scompenso cardiaco, morte per cause cardiovascolari.
Lo studio SPRINT é stato interrotto precocemente, per evidenza di beneficio, dopo un follow-up medio di 3.26 anni.
Nel braccio di trattamento intensivo si é osservata una riduzione dell’incidenza di:
– outcome primario (-25%),
– scompenso cardiaco (-38%),
– decesso per cause cardiovascolari (-43%),
– decesso per tutte le cause (-27%).
Tali benefici si sono riscontrati anche in vari sottogruppi di pazienti e in particolare nei soggetti di età superiore a 75 anni.
Nel gruppo di trattamento intensivo si é verificata una maggiore incidenza di eventi avversi: ipotensione, sincope, anomalie elettrolitiche, insufficienza renale acuta. Bisogna tuttavia considerare che, per perseguire un obiettivo pressorio più basso, é stato necessario utilizzare un numero di farmaci ipotensivi significativamente maggiore rispetto al braccio di controllo, in media 2,8 contro 1,8.
Lo studio porta un importante contributo alla questione molto dibattuta relativa all’obiettivo di trattamento dell’ipertensione arteriosa.
Un altro importante trial, lo studio ACCORD-BP ha confrontato gli stessi obiettivi pressori (120 e 140 mmHg) dello studio SPRINT non riuscendo a dimostrare un significativo vantaggio nel braccio di trattamento intensivo. Bisogna, però, ricordare che lo studio ACCORD ha reclutato solo pazienti con diabete (esclusi dallo studio SPRINT), di età mediamente inferiore, con una dimensione del campione decisamente minore, rilevando un beneficio più modesto. E’ possibile, quindi, che il risultato non significativo sia stato determinato da una minore potenza dello studio e dalla diversa casistica esaminata. D’altra parte, una ulteriore analisi dello studio ACCORD-BP ha mostrato come, pur non essendovi differenze per quanto riguarda l’outcome primario, nel braccio di trattamento intensivo si é verificata una minore incidenza di nuovi casi di ipertrofia ventricolare sinistra ed una più frequente regressione della ipertrofia preesistente .
Uno dei punti di forza dello studio SPRINT é rappresentato dall’aver reclutato una proporzione significativa (28%) di pazienti di età superiore a 75 anni, categoria nei confronti della quale vi sono i maggiori dubbi relativi alla opportunità di perseguire obiettivi pressori molto ambiziosi. Le linee guida europee del 2013, infatti, raccomandano di portare la pressione sistolica al di sotto di 140 mmHg nella generalità dei pazienti e tra 140-150 mmHg nei soggetti più anziani.
D’altra parte, come ammesso dagli stessi autori, un importante limite dello studio SPRINT deriva dall’aver escluso pazienti con diabete, con pregresso ictus e di età inferiore a 50 anni, condizioni che ne limitano la generalizzabilità dei risultati.
E’ possibile, quindi, che le prossime versioni delle linee guida, tenendo conto di questi risultati, modifichino le indicazioni relative ai target pressori anche se, come fanno notare gli stessi autori dello studio, raggiungere valori di pressione così bassi non é facile nella pratica quotidiana. Anche nel contesto sperimentale dello studio SPRINT, infatti, pur avendo escluso i pazienti con valori pressori basali superiori a 180 mmHg, nel braccio di trattamento si é raggiunto un valore mediano di pressione arteriosa sistolica appena inferiore al target di 120 mmHg. Ciò significa, evidentemente, che il target é stato raggiunto in non più del 50% dei pazienti.
Fonte
A Randomized Trial of Intensive versus Standard Blood-Pressure Control.The SPRINT Research Group.November 9, 2015DOI: 10.1056/NEJMoa1511939
Comments open through November 16, 2015.
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