Ultimo aggiornamento 07/11/2020 12:00
Nov 16, 2015 Giuliana Maria Giambuzzi Farmaci, Farmaci Prevenzione secondaria, Farmaci Scompenso cardiaco, Novità dalla ricerca, Novità Homepage, Novità Prevenzione Secondaria, Novità Scompenso cardiaco Commenti disabilitati su Sildenafil come placebo nello scompenso con frazione di eiezione conservata
I primi studi sull’utilizzo del sildenafil, inibitori della fosfodiesterasi-5 (PDE-5i), nella cura delle cardiopatie, avevano mostrato effetti benefici sulla funzione cardiovascolare nello scompenso cardiaco (HF), ma lo studio RELAX, non ha osservato alcun miglioramento sulla tolleranza all’esercizio utilizzando sildenafil in soggetti con scompenso cardiaco a frazione d’eiezione preservata (HFpEF), condizione per la quale a oggi, esistono poche opzioni farmacologiche disponibili.
I PDE-5i sono noti perchè in grado di migliorare la funzione erettile aumentando la disponibilità di ossido nitrico a livello del pene e dei suoi vasi, con conseguente vasodilatazione e aumento del flusso ematico. La PDE-5 non è presente solo a livello penieno ma è diffusamente distribuita in vari tessuti tra cui i vasi polmonari, sistemici e il miocardio ipertrofico e proprio per questo motivo tale farmaco è stato approvato per il trattamento dell’ipertensione polmonare primitiva o secondaria a malattie del collagene e attualmente sono prescritti come farmaci di prima scelta in molti pazienti affetti da tale patologia.
Un sottogruppo di 48 soggetti che avevano partecipato allo studio RELAX sono stati sottoposti a valutazione non invasiva della funzione cardiaca globale prima e dopo il trattamento con sildenafil in uno studio prospettico secondario.
La contrattilità del ventricolo sinistro (LV) è stata valutata in base all’indice di potenza di picco (PWR / CED) e l’indice di lavoro cardiaco (SW / CED). Il carico arterioso sistemico è stato valutato attraverso la misura dell’elastanza arteriosa (Ea). A destra è stata valutata la pressione arteriosa polmonare sistolica (PASP). La funzione endoteliale è stata valutata in base all’indice di iperemia reattiva (RHI) livello dell’arto superiore.
Rispetto al placebo (n. soggetti = 25), il sildenafil (n. soggetti = 23) ha mostrato di ridurre l’Ea (-0,29 ± 0.28mmHg / ml versus + 0,02 ± 0,29, p = 0,008) e ha determinato un miglioramento della RHI (+ 0,30 ± 0,45 vs 0,30 ± -0.17 , p = 0,054).
Al contrario, la contrattilità del LV è stata ridotta del 11-16% con sildenafil rispetto al placebo (ΔPWR / EDV -52 ± 70 versus + 0 ± 40 mmHg / s, p = 0.006; ΔSW / CED + 0,3 ± 5,8 vs -6.0 ± 5.1 mmHg, p = 0,04). Il sildenafil non ha avuto effetto sulla PASP.
In conclusione, nei soggetti con HFpEF, il sildenafil ha mostrato effetti opposti sulla funzione vascolare e ventricolare. L’ipotesi è che gli effetti benefici del PDE5i sul sistema vascolare sistemico e sull’endotelio non siano sufficienti a migliorare le condizioni cliniche, o che gli effetti negativi sulla funzione ventricolare sinistra possano antagonizzare gli eventuali effetti vascolari positivi, contribuendo a determinare l’assenza di beneficio osservato con l’utilizzo del sildenafil nei soggetti con HFpEF nello studio RELAX.
Alla luce dei risultati ottenuti, la terapia con l’inibitore della PDE-5 sildenafil non fornisce benefici clinici rispetto al placebo nei pazienti con scompenso a frazione d’eiezione conservata.
Fonte:
Effects of Sildenafil on Ventricular and Vascular Function in Heart Failure With Preserved Ejection Fraction. Circulation online before print March 17, 2015, doi: 10.1161/CIRCHEARTFAILURE.114.001915
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