Ultimo aggiornamento 07/11/2020 12:00
Dic 01, 2015 Redazione Farmaci, Farmaci Dislipidemie, Farmaci Fibrillazione atriale, Farmaci Prevenzione primaria, Novità dalla ricerca, Novità Dislipidemie, Novità Fibrillazione Atriale, Novità Homepage Commenti disabilitati su Dabigatran riduce l’ApoB: l’anticoagulante (NAO) un po’ statina
Un effetto simile alla statina è stato registrato per dabigatran, l’anticoagulante (NAO) noto come Pradaxa. Il nuovo effetto dell’inibitore della trombina è stato registrato in uno studio pubblicato su Heart. I ricercatori hanno analizzato i livelli di apolipoproteina B (ApoB) e ApoA1 al basale e a 3 mesi in 2.513 soggetti dello studio RE-LY , trial che ha confrontato 2 dosi di dabigatran (110 e 150 mg) e terapia con warfarin in pazienti con fibrillazione atriale (AF) e aumentato rischio di ictus.
Sono stati quindi confrontati in modo prospettico gli effetti di dabigatran 110 mg bis/die, dabigatran 150 mg bis/die e warfarin sui cambiamenti delle concentrazioni di ApoB e ApoA1 utilizzando un’analisi a modello misto.
Nei tre mesi considerati è stata registrata una significativa riduzione della concentrazione di ApoB con dabigatran a basso dosaggio (-0,057 g/L, p <0,001) e dabigatran ad alte dosi (-0,065 g/L, p <0,001), ma non con warfarin (-0,006 g/L, p = 0,40). Rispetto a warfarin, la riduzione di ApoB è stata significativamente maggiore con entrambe le dosi di dabigatran (p <0,001 per entrambi i gruppi). Le riduzioni delle concentrazioni di ApoA1, invece, non si sono differenziate in modo statisticamente significativo tra i due dosaggi di dabigatran rispetto a warfarin.
La percentuale di riduzione di ApoB osservata con dabigatran è stata di circa il 7%.
Rispetto ad altri ipolipemizzanti, la riduzione di ApoB ottenuta con dabigatran corrisponderebbe a circa il 20%-25% di quella osservata con statine ad alto dosaggio.
L’effetto i sui lipidi del nuovo anticoagulante orale (NAO) era indipendente rispetto a quello di altri agenti ipolipemizzanti, suggerendo un meccanismo indipendente di azione, ed era costante tra i partecipanti che ricevevano o meno altri farmaci ipolipemizzanti.
Molti agenti farmacologici hanno effetti pleiotropici in grado di fornire benefici aggiuntivi o, viceversa, causare effetti deleteri.
Gli autori ipotizzano un meccanismo d’azione. Dabigatran etexilato è un profarmaco che subisce la conversione nella sua forma attiva, dabigatran, per mezzo di carbossilesterasi. Questi enzimi microsomiali influenzano anche il metabolismo dell’apolipoproteina e l’inibizione dell’espressione della carbossilesterasi 3 ha dimostrato di ridurre la concentrazione di ApoB in modelli animali.
Un’alta concentrazione di ApoB o un alto rapporto ApoB/ApoA aumentano il rischio di malattia cardiovascolare. Gli studi di prevenzione cardiovascolare sia primaria sia secondaria hanno dimostrato che la diminuzione della concentrazione dei lipidi aterogeni (in primo luogo mediante statine) riduce in modo significativo il rischio di eventi avversi cardiovascolari.
Questo studio è il primo a identificare un potenziale effetto pleiotropico di sul metabolismo dell’ApoB. Questo dato potrebbe avere un impatto positivo sul metabolismo lipidico nei pazienti trattati con dabigatran. Gli autori però osservano che sono necessari ulteriori studi per caratterizzare il meccanismo di questo effetto e per determinare il suo impatto sugli outcome clinici.
Fonte
Joseph P, Pare G, Wallentin L, et al. Dabigatran etexilate and reduction in serum apolipoprotein B. Heart, 2015 Nov 9. [Epub ahead of print]
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