Ultimo aggiornamento 07/11/2020 12:00
Dic 10, 2015 Redazione Farmaci, Farmaci Ipertensione, Novità dalla ricerca, Novità Homepage, Novità Ipertensione 1
Può sembrare ovvio, ma una delle componenti più rilevanti dell’efficacia delle terapie é data dalla capacità del paziente di assumere i farmaci esattamente come sono stati prescritti. L’avvento degli equivalenti come può avere influito sull’aderenza terapeutica? Sulla questione ha fornito qualche dato interessante il progetto “App.Ter” (Appropriatezza Terapeutica) della Società Italiana di Medicina Generale (SIMG) che si propone di offrire a medici e pazienti strumenti e modalità operative “per migliorare l’aderenza ai trattamenti e quindi gli output e gli outcome della malattia”.
L‘indagine ha coinvolto 67 MMG che hanno intervistato 1.451 pazienti con ipertensione, patologia per la quale sono molti i farmaci che hanno perso la copertura brevettuale. Attraverso la somministrazione di un questionario (survey) è stato verificato quanto la sostituzione operata dal farmacista di un farmaco branded con un farmaco equivalente o di un equivalente ci marca diversa ha influenzato l’aderenza alla terapia.La sostituzione é avvenuta prevalentemente (76%) passando da un farmaco “di marca” ad un farmaco equivalente, molto più raramente (24%) da un equivalente a un altro.
Più della metà dei pazienti ha un controllo insoddisfacente dei valori pressori sia con un farmaco branded (53%) che con un equivalente (57%). Un dato che emerge è l’ulteriore calo di aderenza (68%) nel caso della sostituzione orizzontale di un equivalente con un altro.
Emerge da questa survey, in tutta la sua rilevanza, il problema della sostituzione tra farmaci equivalenti, operazione non giustificata in quanto i test di bioequivalenza, eseguiti esclusivamente nei confronti dell’originatore, non garantiscono che due equivalenti siano tra loro intercambiabili.
Un’altra importante osservazione scaturisce dalla correlazione tra sostituzione del farmaco e aderenza al trattamento. Evidentemente la confusione che si genera nel paziente quando cambia la forma della compressa e l’aspetto della confezione può indurlo a commettere errori nell’assunzione della terapia.
L’indagine, che conferma il ruolo centrale del MMG per il paziente, ribadisce l’importanza di mantenere una continuità terapeutica, messa a rischio da sostituzioni orizzontali tra generici che causano confusione e scarsa aderenza.
Fonte
Progetto App.Ter: sostenere l’aderenza e la continuità terapeutica nella cura dell’ipertensione arteriosa in Medicina Generale.Rivista Società Italiana di Medicina Generale n.5.2015
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