Ultimo aggiornamento 07/11/2020 12:00
Dic 02, 2015 Gaetano D'Ambrosio Farmaci, Farmaci Scompenso cardiaco, Novità dalla ricerca, Novità Homepage, Novità Scompenso cardiaco Commenti disabilitati su Entresto meglio di enalapril nello scompenso. Studio PARADIGM–HF
L’efficacia nello scompenso di LCZ696 (valsartan/sacubitril), un nuovo farmaco appartenente alla classe degli ARNI (inibitori del recettore dell’angiotensina e della neprilisina) é stata dimostrata rispetto a enalapril (ACE inibitore) nello studio PARADGM-HF. I dati di questo importante trial sono stati rivalutati allo scopo di verificare se il beneficio della nuova terapia sia attribuibile a particolari categorie di pazienti in funzione del loro profilo di rischio.
A tale scopo é stato utilizzato il sistema di punteggio MAGGIC che si basa su 13 items facilmente disponibili per stimare la mortalità ad 1 anno e a 3 anni.
Calcolando questo punteggio nei pazienti arruolati nello studio PARADIGM HF, si é potuto verificare che esso correla bene con la mortalità cardiovascolare. In particolare, ad ogni punto in più corrisponde un incremento del 7% del rischio di morte cardiovascolare e del 6% di incorrere nell’outcome primario dello studio PARADIGM-HF (morte per cause cardiovascolari o ospedalizzazione per scompenso cardiaco). Inoltre, suddividendo i pazienti in funzione dei quintili del punteggio di rischio, si é potuto constatare che il beneficio del nuovo farmaco é sostanzialmente costante sia nei pazienti a rischio più basso che in quelli a rischio più elevato.
Lo studio, quindi, conferma la validità nella terapia dello scompenso in un ampio spettro di situazioni cliniche dello scompenso di LCZ969 (valsartan-sacubitril), che sarà presto lanciato in Europa come Entresto da Novartis.
Un altro importante messaggio fornitoci da questo studio deriva dalla constatazione che molti dei pazienti con sintomi di lieve entità sono risultati in realtà ad alto rischio di eventi avversi. Si deduce, quindi, che la sola valutazione della severità dei sintomi ha uno scarso significato prognostico. I limiti della classificazione NYHA, basata esclusivamente sui sintomi, sono noti da tempo tuttavia essa conserva la sua utilità al fine di classificare i pazienti e di seguire l’evoluzione nel tempo della patologia. L’importante é avere ben presente che la severità dei sintomi non corrisponde né alla gravità delle alterazioni strutturali e funzionali del cuore né alla prognosi del paziente e che una accurata stratificazione prognostica richiede strumenti più raffinati. I risultati di questo studio ce lo confermano.
Fonte
Comparing LCZ696 With Enalapril According to Baseline Risk Using the MAGGIC and EMPHASIS-HF Risk Scores.An Analysis of Mortality and Morbidity in PARADIGM-HF.J Am Coll Cardiol. 2015;66(19):2059-2071. doi:10.1016/j.jacc.2015.08.878.
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