Ultimo aggiornamento 07/11/2020 12:00
Dic 16, 2015 Redazione Farmaci, Farmaci Cardiopatia ischemica, Novità Cardiopatia Ischemica, Novità dalla ricerca, Novità Homepage Commenti disabilitati su Clopidogrel e omeprazolo dopo infarto. Inascoltato il warning FDA/EMA
Un terzo dei pazienti dimessi dopo infarto hanno una prescrizione di clopidogrel con omeprazolo. La pratica è in contrasto con l’avvertimento (worning) di Food and Drug Administration (FDA) e l’Agenzia Europea per i Medicinali (EMA) del 2010: la somministrazione concomitante di clopidogrel e degli inibitori di pompa protonica (PPI) omeprazolo ed esomeprazolo potrebbe ridurre l’efficacia dell’antiaggregante.
Lo studio ha analizzato la percentuale di pazienti trattati con farmaci gastroprotettori al momento del ricovero e alla dimissione, il tipo di farmaco e la misura in cui le raccomandazioni delle agenzie regolatorie sono state considerate in una coorte non selezionata di 425 pazienti (l’età media di 67,2 anni) con differenti manifestazioni di sindrome coronarica acuta (ACS) in 17 strutture spagnole.
La popolazione era costituita per il 29,8% da soggetti di genere femminile e per il 36,5% da persone con diabete mellito di tipo 2. Le patologie rilevate sono state angina instabile (21,6%), infarto miocardico senza sovraslivellamento del tratto ST (35,3%)e infarto miocardico con sovraslivellamento del tratto ST (43,1%).
È stato scelto un approccio conservativo nel 17,9% dei casi, l’applicazione di uno stent nel 32,2% dei pazienti oppure l’impianto di uno o più stent medicato nel 48,5% dei soggetti e, infine, nell’1,4% dei casi si è ricorso a un intervento chirurgico. La terapia antiaggregante prescritta alla dimissione è stata variabile: l’acido acetilsalicilico (ASA) è stato indicato nell’1,9% dei casi, l’ASA + clopidogrel nel 73,6%, l’ASA + prasugrel nel 17,6% e l’ASA + ticagrelor nel 6,8% dei pazienti.
Agenti gastroprotettivi erano presenti nel 40,2% dei pazienti al momento del ricovero e questa percentuale è aumentata al 93,7% al momento della dimissione.
Dei 313 soggetti (73,6%) in trattamento con clopidogrel, 96 (30,6%) hanno ricevuto una associazione con omeprazolo e 3 (0,95%) con esomeprazolo, mentre il principio più comunemente usato era pantoprazolo con 190 pazienti (44,7%)».
La doppia terapia antiaggregante piastrinica (DAPT) aumenta il rischio di sanguinamento gastrointestinale (GI) e i pazienti con una storia di emorragia gastrointestinale sono quelli a più alto rischio di un’altra emorragia durante l’assunzione di farmaci antiaggreganti piastrinici.
Nel caso dei PPI, e nonostante il monito lanciato dalle Autorità sanitarie nel 2010, ci sono sempre stati dubbi sulla rilevanza clinica della loro interazione con clopidogrel a causa di risultati contrastanti degli studi pubblicati che hanno utilizzato disegni di studio differenti: farmacocinetica, farmacodinamica, studi osservazionali o randomizzati e focalizzati esclusivamente sull’omeprazolo o su tutti i PPI.
Essendo rappresentate tutte le regioni della Spagna, questi dati fanno riflettere sulla vasta eterogeneità dei trattamenti e possono dare un’idea approssimativa della misura in cui sono seguite le raccomandazioni di FDA ed EMA. D’altra parte, sebbene l’uso di nuovi antipiastrinici sia in aumento, clopidogrel è ancora il farmaco più comunemente usato per il trattamento antiaggregante nell’ACS, concludono gli autori.
Fonte
Acute Coronary Syndromes, Gastrointestinal Protection, and Recommendations Regarding Concomitant Administration of Proton Pump Inhibitors (Omeprazol/Esomeprazol) and Clopidogrel. Am J Cardiol, 2015 Nov 17. [Epub ahead of print]
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