Ultimo aggiornamento 07/11/2020 12:00
Gen 13, 2016 Gaetano D'Ambrosio Farmaci, Farmaci Ipertensione, Novità dalla ricerca, Novità Homepage, Novità Ipertensione, Novità Prevenzione Primaria Commenti disabilitati su Bene abbassare la pressione anche con diabete e danno renale
E’ ben noto che la riduzione della pressione arteriosa rappresenta un importante intervento di prevenzione cardiovascolare nei riguardi della patologia aterosclerotica e dello scompenso cardiaco. Meno chiare sono le potenzialità di questa procedura in diversi sottogruppi di pazienti ed in particolare in funzione dei valori pressori basali e delle comorbilità.
E’ stata pertanto condotta un’ampia metanalisi che ha riguardato 123 trial clinici di dimensioni significative (follow-up di almeno 1000 anni-paziente per ciascun braccio di studio), per un totale di oltre 600.000 pazienti, senza limiti riguardanti la presenza di comorbilità in condizioni basali.
Si é così potuto documentare che, per ogni 10 mmHg di riduzione della pressione sistolica si ottiene una riduzione del 20% degli eventi cardiovascolari maggiori e del 13% della mortalità per tutte le cause senza un effetto significativo sul danno renale.
I risultati non differiscono considerando i trial nei quali i valori pressori basali sono più elevati o più bassi e tendono a essere migliori nei pazienti con valori di sistolica < 130 mmHg.
Il beneficio del trattamento ipotensivo é evidente indipendentemente dalle condizioni cliniche basali anche se meno rilevante nei pazienti con diabete o con danno renale cronico.
I beta bloccanti sono risultati meno efficaci rispetto agli altri farmaci nel ridurre il rischio cardiovascolare, i calcio-antagonisti si sono rivelati particolarmente efficaci nel ridurre il rischio di ictus cerebrale ma meno nel prevenire lo scompenso, obiettivo per il quale il massimo beneficio si ottiene con i diuretici.
Il dibattito sugli obiettivi del trattamento dell’ipertensione arteriosa é sempre molto vivace. La recente pubblicazione dello studio SPRINT ha fornito una solida evidenza a favore di un trattamento intensivo, anche nei soggetti di età più avanzata, ma ha escluso alcune importanti categorie di pazienti quali i diabetici e i soggetti con pregresso ictus cerebrale.
I risultati di questa ricerca in qualche modo confermano ed estendono i risultati delle studio SPRINT (non compreso nella metanalisi) documentando i vantaggi di una riduzione “spinta” della pressione sistolica (< 130 mmHg) in varie categorie di pazienti.
Fonte
Blood pressure lowering for prevention of cardiovascular disease and death: a systematic review and meta-analysis.The Lancet, published online 23 December 2015
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