Ultimo aggiornamento 07/11/2020 12:00
Gen 05, 2016 Giuliana Maria Giambuzzi Novità dalla ricerca, Novità Homepage, Novità Scompenso cardiaco Commenti disabilitati su Ipossiemia notturna e scompenso: un binomio pericoloso
L’ipossiemia notturna determina alterazioni emodinamiche, chimiche e infiammatorie che interferiscono con il già labile equilibrio omeostatico tipico dello scompenso cardiaco. Tale condizione ha un impatto negativo sulla qualità di vita e sulla progressione della malattia nei soggetti con ’insufficienza cardiaca.
Lo studio prospettico di coorte Nocturnal hypoxaemia is associated with increased mortality in stable heart failure patients ha esaminato il valore prognostico dei disturbi respiratori del sonno (SDB, sleep disordered breathing) in un’ampia coorte di pazienti con scompenso con ridotta funzione ventricolare sinistra (HF-REF, heart failure with reduced ejection fraction), ponendo l’attenzione sul ruolo dell’ipossiemia notturna sulla mortalità totale.
Questo studio ha arruolato pazienti con HF-REF cronica stabile (Classe NYHA ≥II) in trattamento secondo linee guida. La polisonnografia notturna è stata effettuata in ambiente ospedaliero per determinare l’indice di apnea-ipopnea (AHI). La pulsossimetria è stata utilizzata per determinare il tempo con saturazione di ossigeno <90% (T90).
Al basale, il 58% dei 963 soggetti analizzati manifestava disturbi respiratori del sonno (SDB) di grado moderato-grave. Durante il follow-up mediano di 7,35 anni sono deceduti 480 dei 963 (49,8%) pazienti.
Il tasso di mortalità (per 100 persone-anno) è stato dell’8,1% [95% intervallo di confidenza (IC) 7,0-9,4] nei pazienti con SDB assente o lieve, ma del 12,2% (IC 95% 10,9-13,7) nei soggetti con SDB moderata-grave.
L’AHI è risultato essere correlato in maniera significativa alla morte per ogni causa in un semplice modello di Cox [hazard ratio (HR) 1.011, p <0.001], ma non era più significativo dopo aggiustamento per i fattori confondenti (HR 1,005, p = 0,085).
Il T90 era significativamente (P <0,001) associato con la morte per qualsiasi causa, anche dopo aggiustamento per fattori confondenti. Il rischio di morte aumentava del 16,1% (95% CI 8,6-24,2) per ogni ora di T90. La sopravvivenza a cinque anni per i pazienti con T90 di 1, 2, 3, e 4 ore sono stati rispettivamente del 70, 63, 60, e 50%.
L’ipossiemia notturna è risultata essere un predittore di rischio affidabile e indipendente di tutte le cause di mortalità nei pazienti con scompenso (HF-REF) cronico stabile.
Il ruolo degli SDB nella progressione dell’HF-REF cronico stabile è, al momento, sottostimato e poco conosciuto e la valutazione della presenza SDB non rientra ancora nell’iter diagnostico del paziente cardiopatico.
Pur non essendovi ancora evidenza che il trattamento delle apnee notturne migliori la prognosi dello scompenso cardiaco, la patologia deve essere ricercata nei casi sospetti in quanto il disturbo é correlato con una maggiore incidenza di ipertensione arteriosa, aritmie cardiache, eventi cardiovascolari.
Fonte
Nocturnal hypoxaemia is associated with increased mortality in stable heart failure patients. Eur Heart J. 2015 Nov 26. pii: ehv624. [Epub ahead of print]
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