Ultimo aggiornamento 07/11/2020 12:00
Feb 05, 2016 Giuliana Maria Giambuzzi Novità dalla ricerca, Novità Diabete, Novità Fibrillazione Atriale, Novità Homepage, Novità Prevenzione Primaria Commenti disabilitati su Fibrillazione: se il diabete dura da 3 anni è più alto il rischio di ictus
Il diabete mellito (DM) rappresenta un fattore di rischio rilevante e documentato per ictus ischemico nei pazienti affetti da fibrillazione atriale (FA), tanto che è uno degli elementi che contribuiscono a determinare il rischio tromboembolico secondo il punteggio CHA2DS2-VASc.
Allo scopo di valutare l’influenza della durata della malattia diabetica e del grado di compenso metabolico sull’incidenza di ictus ischemico, gli autori dello studio ATRIA ( AnTicoagulation and Risk Factors in Atrial Fibrillation) hanno analizzato una coorte di pazienti californiani affetti da diabete e fibrillazione atriale tra il 1996 e il 2003.
La durata della malattia diabetica è stata valutata distinguendo i pazienti con diagnosi da più o da meno di tre anni. Il compenso metabolico é stato categorizzato a seconda che il valore di emoglobina glicata (HbA1c) basale fosse < 7.0%, tra 7,0% e 8,9%, o ≥ 9.0%.
Sono stati inclusi nello studio 2.101 pazienti: il 40% aveva una diagnosi di DM da meno di 3 anni mentre il 60% era diabetico da più di 3 anni.
Tra 1.933 pazienti diabetici inclusi nell’analisi dell’emoglobina glicata, il 46% aveva HbA1c < 7.0%, il 36% aveva una HbA1c tra 7,0% e 8,9%, il 19% aveva HbA1c ≥ 9.0% in condizioni basali.
Una durata del DM ≥ 3 anni é risultata associata ad un aumento di incidenza di ictus ischemico rispetto ad una durata inferiore (HR corretto: 1.74, IC95%: 1,10-2,76) sia tra i pazienti più anziani (età ≥ 75 anni) che tra i più giovani (età < 75 anni).
Al contrario: né lo scarso controllo glicemico (HbA1c ≥9.0%, HR corretto: 1,04, IC 95%: 0,57-1,92) né l’aumento moderato della HbA1c (tra 7,0% e 8,9%, HR corretto: 1,21, IC 95%: 0,77-1,91) sono risultati significativamente associati a un aumento dell’incidenza di ictus ischemico rispetto ai pazienti con un controllo glicemico ottimale (HbA1c < 7.0%).
Nei pazienti diabetici con fibrillazione, quindi, è la durata del diabete più che il controllo glicemico a rappresentare il più importante fattore predittivo di ictus ischemico.
Questi risultati potrebbero aiutarci nella scelta della terapia anticoagulante orale (TAO) nei pazienti con CHA2DS2-VASc = 1, per i quali la scelta del trattamento antitrombotico non si basa su solide certezze. Nei pazienti che hanno come unico fattore di rischio il diabete mellito, la decisione se intraprendere la TAO potrebbe essere effettuata anche sulla base della durata della malattia.
Fonte
Effect of Diabetes and Glycemic Control on Ischemic Stroke Risk in AF Patients ATRIA Study.J Am Coll Cardiol. 2016;67(3):239-247. doi:10.1016/j.jacc.2015.10.080
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