Ultimo aggiornamento 07/11/2020 12:00
Feb 16, 2016 Gaetano D'Ambrosio Farmaci, Farmaci TVP-EP, Novità dalla ricerca, Novità Homepage, Novità Terapia con VKA, Novità Trombosi venosa profonda Commenti disabilitati su TEV e anticoagulanti NAO: con dabigatran meno emorragie nel lungo termine
I Nuovi Anticoagulanti Orali (NAO) sono impiegati anche nel trattamento della trombosi venosa profonda e dell’embolia polmonare con risultati almeno paragonabili a quelli degli anticoagulanti “tradizionali” in termini di efficacia ma con minori effetti collaterali e maggiore facilità d’uso.
Una recente pubblicazione (Bleeding events with dabigatran or warfarin in patients with venous thromboembolism) realizzato aggregando i dati di due trial randomizzati e controllati, ha confermato la minore incidenza di eventi emorragici del trattamento con dabigatran rispetto a warfarin (AVK, anti vitamina K).
Sono stati presi in esame 2.553 pazienti trattati con dabigatran e 2554 trattati con warfarin per un episodio documentato oggettivamente di trombosi venosa profonda (TVP) degli arti inferiori o di embolia polmonare. L’età media era inferiore ai 75 anni (89,6%) e pari a 54.8 anni. Il sesso maschile era il 59.5% della coorte.
Dopo una fase iniziale di 5 giorni, durante la quale i pazienti sono stati trattati con eparina a basso peso molecolare e warfarin, i pazienti sono stati randomizzati a ricevere, in un braccio warfarin e il placebo e nell’altro dabigatran 150 mg x 2 volte al giorno e il placebo (fase “double-dummy”).
Durante il follow-up di circa sei mesi (durata media 164 giorni) sono stati registrati tutti gli eventi emorragici distinguendoli in eventi emorragici maggiori, eventi clinicamente rilevanti ed eventi minori.
Considerando tutti gli eventi emorragici, si é riscontrata un’incidenza significativamente più bassa nei pazienti trattati con dabigatran (hazard ratio [HR] 0.70, IC95% 0.61–0.79). Analogo risultato si é ottenuto sommando gli eventi emorragici maggiori e quelli clinicamente rilevanti (HR 0.62, IC95% 0.50–0.76).
Confrontando le due terapie anticoagulanti orali, escludendo il trattamento iniziale di eparina, l’incidenza delle emorragie maggiori è risultata significativamente inferiore per dabigatran (HR 0.60; IC95% 0.36–0.99).
In entrambi i gruppi, una maggiore incidenza di emorragie è stata associata a questi fattori: l’età avanzata, la funzione renale ridotta, l’etnia asiatica e la terapia concomitante con farmaci antipiastrinici. A prescindere dalla sottopopolazione studiata, dabigatran dimostra comunque un migliore profilo di sicurezza.
In conclusione, il dabigatran si conferma una valida alternativa al warfarin nel trattamento a lungo termine del tromboembolismo venoso, con un migliore profilo di sicurezza e praticità d’impiego.
Fonte
Bleeding events with dabigatran or warfarin in patients with venous thromboembolism .Thromb Haemost. 2016 Jan 27;115(2):291-8
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