Ultimo aggiornamento 07/11/2020 12:00
Mar 24, 2016 Redazione Farmaci, Farmaci Cardiopatia ischemica, Farmaci Ictus -Tia, News, Novità Cardiopatia Ischemica, Novità dalla ricerca, Novità Homepage, Novità Ictus Tia 0
Gli antidepressivi comuni, gli inibitori del reuptake della serotonina (SSRI) in particolare la fluoxetina (Prozac), assunti da milioni di persone in tutto il mondo, non aumentano il rischio di infarto e ictus, secondo uno studio recentemente pubblicato sulla prestigiosa rivista BMJ.
Le persone che soffrono di depressione sono più esposte al rischio cardiovascolare. Gli antidepressivi possono alterare i meccanismi della coagulazione e teoricamente il rischio cardiovascolare. Per verificare se ciò avvenga, i ricercatori dell’Università di Nottingham UK) hanno analizzato le cartelle cliniche di 238.963 pazienti di età compresa tra i 20 ei 64 che hanno ricevuto una diagnosi di depressione tra il 2000 e il 2011. I pazienti, seguiti fino al 2012, sono stati monitorati per il verificarsi di: infarto, ictus (stroke), attacco ischemico transitorio (TIA), aritmia (un battito cardiaco irregolare).
I ricercatori hanno esaminato il tipo di antidepressivo che ogni paziente stava prendendo – tra cui triciclici e inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina (SSRI)- il dosaggio e la durata di utilizzo. Sono stati inoltre considerati fattori quali: età, sesso, abitudine al fumo, consumo di alcol, comorbidità (presenza di altre patologie) e l’uso di altri farmaci.
Nei soggetti con più di 5 anni di trattamento, è stato registrato un aumentato del rischio di aritmia, infarto o ictus / attacco ischemico transitorio (TIA).
Lo studio ha rivelato che non c’è relazione tra inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina e infarto. In particolare fluoxetina, un SSRI, è stata associata a una riduzione del rischio di attacchi cardiaci, mentre per lofepamina è stato registrato un aumento.
Un raddoppio del rischio di aritmie si è verificato nelle prime quattro settimane di assunzione di antidepressivi triciclici. La fluoxetina ha registrato una riduzione significativa del rischio, mentre lofepramina ha dato un aumento del rischio di aritmie. Citalopram, il farmaco più comunemente prescritto tra i pazienti nello studio, non è stato associato ad un aumentato rischio di aritmia, anche a dosi elevate. Per il farmaco nel 2011 sia l’agenzia del farmaco europea (EMA, European medicnes agency) che l’americana (FDA, Food and Drug Administration) avevano emesso un avviso (warning) per non superare i 40 mg/die del farmaco. Gli autori dello studio inglese raccomandano di non utilizzare alte dosi del farmaco perché che non possono escludere la possibilità di un aumento del rischio di aritmia visto che solo il 18% del campione assumeva alte dosi del farmaco.
Nessun effetto si è registrato sull’incidenza di ictus/TIA nei pazienti in terapia con antidepressivi.
Pur trattandosi di uno studio osservazionale, che quindi non porta a conclusioni definitive, il lavoro inglese fornisce dati rassicuranti alla luce dei recenti problemi di sicurezza circa gli inibitori della ricaptazione della serotonina in persone in terapia per la depressione.
Fonte
Antidepressant use and risk of cardiovascular outcomes in people aged 20 to 64: cohort study using primary care database.BMJ 2016; 352 doi: http://dx.doi.org/10.1136/bmj.i1350 (Published 22 March 2016).Cite this as: BMJ 2016;352:i1350
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