Ultimo aggiornamento 07/11/2020 12:00
Mar 22, 2016 Gaetano D'Ambrosio Novità dalla ricerca, Novità Dislipidemie, Novità Homepage, Novità Prevenzione Primaria Commenti disabilitati su Placche femorali per diagnosi di aterosclerosi subclinica
La ricerca della aterosclerosi subclinica si basa generalmente sulla valutazione ecografica delle arterie carotidi. Gli autori dello studio Femoral and Carotid Subclinical Atherosclerosis Association With Risk Factors and Coronary Calcium hanno testato l’ipotesi che esaminare le arterie femorali possa avere un valore predittivo ancora maggiore.
A tale scopo sono stati esaminati 1.423 soggetti di età compresa tra 40 e 59 anni, partecipanti allo studio AWHS (Aragon Workers’ Health Study) i quali sono stati sottoposti a esame ecografico delle carotidi e delle femorali e a tomografia computerizzata (TC) delle coronarie.
Sono stati considerati affetti da aterosclerosi sub-clinica i pazienti che presentavano placche a livello delle carotidi o delle femorali o con un coronary artery calcium score (CACS) ≥ 1.
Segni di aterosclerosi sub-clinica sono stati rilevati nel 72% dei partecipanti. L’alterazione più comune é risultata la presenza di placche a livello femorale (54% dei casi) seguita dalle calcificazioni coronariche (38%) e dalle placche a livello carotideo (34%).
Le placche a livello femorale sono risultate più fortemente associate ai fattori di rischio delle placche carotidee o delle calcificazioni coronariche.
La predittività dei fattori di rischio nell’individuare i pazienti affetti da calcificazioni coronariche aumentava significativamente aggiungendo la valutazione ecografica delle placche a livello femorale o carotideo. In particolare il contributo delle placche femorali, espresso in termini di odds ratio risultava maggiore di quello delle placche carotidee (2.58 vs 1.80).
Gli autori concludono affermando che la ricerca sistematica dell’aterosclerosi a livello femorale può dare un contributo importante alla valutazione del rischio cardiovascolare.
In effetti, la valutazione combinata dei classici fattori di rischio in molti casi produce livelli di probabilità intermedi che rendono difficile prendere una decisione clinica. In questi casi può essere di grande aiuto la valutazione non invasiva della presenza di un processo aterosclerotico sub-clinico effettuata mediante la ricerca delle calcificazioni coronariche effettuata con la TC, lo studio ecografico dei tronchi arteriosi per la misura dello spessore intima-media e la ricerca delle placche aterosclerotiche, la determinazione dell’indice caviglia-braccio.
La metodica ecografica accomuna i vantaggi di poter rilevare direttamente la progressione del processo aterosclerotico con la ripetibilità della metodica e l’assenza del rischio radiologico, per quanto limitato, insito nella TC. La rilevazione ecografica delle placche, oltre a documentare la presenza del processo aterosclerotico anche in soggetti asintomatici, é fortemente correlata al rischio di eventi cardiovascolari con un potere predittivo significativamente superiore a quello della misure dello spessore intima-media.
Questa metodica, pertanto, potrebbe essere proposta come metodica di screening, soprattutto nei pazienti a rischio intermedio nei quali la valutazione del rischio potrebbe essere significativamente modificata dall’esito positivo del test. L’ecografia, inoltre, potrebbe dimostrarsi anche uno strumento efficace nel favorire il miglioramento degli stili di vita essendo in grado di mostrare i segni evidenti della malattia a pazienti del tutto asintomatici.
Fonte
Femoral and Carotid Subclinical Atherosclerosis Association With Risk Factors and Coronary Calcium.J Am Coll Cardiol. 2016;67(11):1263-1274. doi:10.1016/j.jacc.2015.12.056
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