Ultimo aggiornamento 07/11/2020 12:00
Apr 22, 2016 Gaetano D'Ambrosio Novità Cardiopatia Ischemica, Novità dalla ricerca, Novità Homepage 1
Sono state pubblicate le linee guida ACC/AHA 2016 della durata della doppia antiaggregazione piastrinica (DAPT) nei pazienti con cardiopatia ischemica.
Il documento fa il punto su di una problematica molto dibattuta. La durata della doppia antiaggregazione, infatti, richiede una attenta valutazione comparativa dei benefici che possono scaturire da un trattamento antitrombotico prolungato e l’inevitabile aumento del rischio emorragico.
Le principali indicazioni fornite dal documento sono contenute nel diagramma rappresentato nella figura 1.
In particolare, per i pazienti che hanno subito una sindrome coronarica acuta, vi é una forte raccomandazione (classe I) a proseguire la terapia per almeno 12 mesi.
Dopo un anno la terapia DAPT può essere prolungata se il paziente non ha avuto manifestazioni emorragiche e se non ha un elevato rischio emorragico ma questa indicazione é data come di classe IIb, ovvero come una raccomandazione debole fondata su una non chiara evidenza di beneficio netto.
Nei pazienti con cardiopatia ischemica stabile, trattati con uno stent medicato di nuova generazione il documento fornisce una raccomandazione di classe I (forte) alla DAPT per almeno sei mesi. Il proseguimento della terapia oltre tale termine é dato anche in questo caso come una raccomandazione di classe IIb.
Nei pazienti con sindrome coronarica acuta vi é indicazione all’impiego, a seconda dei casi, di clopidogrel, prasugrel, ticagrelor mentre nei pazienti con cardiopatia ischemica stabile é indicato solo il prasugrel.
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