Ultimo aggiornamento 07/11/2020 12:00
Apr 21, 2016 Giuliana Maria Giambuzzi Farmaci, Farmaci Dislipidemie, Novità Cardiopatia Ischemica, Novità dalla ricerca, Novità Dislipidemie, Novità Homepage Commenti disabilitati su Ipercolesterolemia: a parità di colesterolo LDL, la genetica aumenta il rischio di malattia coronarica
Il 7% degli adulti americani soffre di grave ipercolesterolemia (colesterolo LDL ≥190 mg / dl), patologia non sempre secondaria a ipercolesterolemia familiare (FH).
La FH è una condizione causata da una singola mutazione in uno dei tre geni che regolano il metabolismo lipidico (APOB, LDLR, PCSK9). Valori elevati e permanenti di colesterolo LDL in portatori della mutazione FH hanno un rischio aumentato di malattia coronarica (CAD).
Lo studio Diagnostic Yield of Sequencing Familial Hypercholesterolemia Genes in Patients with Severe Hypercholesterolemia ha valutato la prevalenza di una qualsiasi mutazione dei tre geni responsabili di FH tra i soggetti affetti da grave ipercolesterolemia per verificare se il rischio di malattia coronarica (CAD) variava a seconda del tipo di mutazione al di là di quanto atteso rispetto ai livelli di colesterolo LDL osservati.
Su 26.025 soggetti partecipanti a 7 studi caso-controllo (5.504 casi di CAD e 8.577 controlli) e 11.908 soggetti provenienti da 5 studi prospettici di coorte, gli autori hanno eseguito il sequenziamento dei tre geni responsabili di FH (APOB, LDLR, PCSK9).
Le mutazioni FH considerate comprendevano delle varianti ‘perdita di funzione’ del gene LDLR, delle mutazioni ‘missense’ del gene LDLR inducenti danno e varianti legate alla FH in una banca dati di genetica clinica.
Tra gli 8.577 partecipanti del gruppo di controllo (assenza di CAD), 430 presentavano livelli di colesterolo LDL ≥190 mg/dl; di questi, solo otto (1,9%) era portatore di una mutazione FH. Allo stesso modo, tra gli 11.908 partecipanti provenienti da 5 potenziali coorti, 956 avevano il colesterolo LDL ≥190 mg/dl e di questi, solo il 16 (1,7%) presentava una mutazione FH.
Il rischio di sviluppare malattia coronarica (CAD) è risultato più elevato tra coloro che erano portatori della mutazione FH rispetto a coloro che non erano predisposti geneticamente.
Rispetto al gruppo di riferimento composto da soggetti con colesterolo LDL <130 mg/dl e in assenza di mutazioni, i soggetti con colesterolo LDL ≥190 mg/dl in assenza di mutazione FH avevano un rischio di CAD sei volte più elevato (OR 6,0; IC 95% 5,2-6,9) mentre in quelli con un colesterolo LDL ≥190 mg/dl associato a mutazione FH, il rischio di CAD era addirittura aumentato di ben ventidue volte (OR 22,3; IC 95% 10,7-53,2).
In conclusioni tra i soggetti con colesterolo LDL ≥190 mg/dl, i portatori di una mutazione FH sono meno del 2%. Anche se questa condizione non è frequente, una mutazione FH aumenta di 22 volte il rischio di malattia coronarica (CAD), a parità di livello di colesterolo LDL.
Lo screening genetico sui soggetti con livelli di colesterolo LDL molto elevati, potrebbe consentire di individuare coloro che sono maggiormente a rischio di CAD ed intervenire precocemente attraverso misure di prevenzione primaria e opportune terapie anche mirate come gli anticorpi monoclonali (evolocumab e alirocumab) gli inibitori del recettore PCSK9 presto disponibili anche in Italia.
Fonte
Diagnostic Yield of Sequencing Familial Hypercholesterolemia Genes in Patients with Severe Hypercholesterolemia. J Am Coll Cardiol. 2016;doi:10.1016/j.jacc.2016.03.520
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