Ultimo aggiornamento 07/11/2020 12:00
Giu 23, 2016 Gaetano D'Ambrosio Novità dalla ricerca, Novità Homepage, Novità Ipertensione Commenti disabilitati su Abbassare la pressione sotto i 120 mmHg in over 75: utile per molti
Un trattamento intensivo dell’ipertensione arteriosa con un target di pressione sistolica inferiore a 120 mmHg é utile anche nei pazienti ultra settantacinquenni. Questa affermazione, in contrasto con quanto affermato dalle linee guida europee sulla ipertensione che raccomandano di portare la pressione sistolica tra 140-150 mmHg nei soggetti più anziani, deriva dai risultati dello studio SPRINT pubblicati sul New England Journal of Medicine nel novembre scorso.
In dettaglio, i dati relativi ai pazienti over 75 sono stati oggetto di una nuova pubblicazione sul numero del 28 Giugno di JAMA ( The Journal of the American Medical Association). I risultati si riferiscono a 2.636 pazienti (età media 79.9 anni, 37.9% donne) seguiti con un follow-up mediano di 3,14 anni e randomizzati a ricevere un trattamento ipotensivo finalizzato a conseguire un target pressorio inferiore a 140 mmHg (1.319 pazienti) o inferiore a 120 mmHg (1.317 pazienti).
L’outcome primario, composto da infarto miocardico non fatale, sindrome coronarica acuta, ictus non fatale, scompenso cardiaco acuto non fatale e morte per cause cardiovascolari, si é verificato in 102 casi nel braccio di trattamento intensivo ed in 148 nel braccio di trattamento standard con una riduzione significativa del 34% del rischio di eventi nel primo gruppo rispetto al secondo. Un beneficio significativo si é ottenuto nel braccio di trattamento intensivo anche per quanto riguarda la mortalità.
In termini di NNT (Number Needed to Treat) si può affermare che é necessario trattare per 3,14 anni in modo intensivo (target 120 mmHg) 27 soggetti per pervenire a uno degli eventi che costituivano l’outcome primario e 41 soggetti per prevenire un decesso per tutte le cause. Tali benefici sono presenti anche nei soggetti giudicati fragili.
Eventi avversi sono stati registrati in una elevata percentuale di casi in entrambi i bracci di trattamento (48,4% vs 48,3%). Anche se in misura non statisticamente significativa nel braccio di trattamento intensivo si é verificata una maggiore incidenza di insufficienza renale acuta, anomalie elettrolitiche, sincope ed ipotensione.
Nel trarre conseguenze pratiche da questo studio dobbiamo in ogni caso tenere presente che sono stati esclusi i soggetti istituzionalizzati, i diabetici e i pazienti che avevano subito un ictus e che l’obiettivo pressorio di 120 mmHg non é attualmente raccomandato dalle linee guida.
Fonte
Intensive vs Standard Blood Pressure Controland Cardiovascular Disease Outcomes in Adults Aged ≥75 Years A Randomized Clinical Trial.JAMA. doi:10.1001/jama.2016.7050 Published online May 19, 2016.
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